Rinascita-Scott: riparte processo con nuovi giudici ma legale chiede ricusazione
Nuova ripresa per il maxi processo contro la ‘ndrangheta Rinascita Scott, ma aleggia ancora una volta la richiesta di un’altra ricusazione.
Dopo quela della giudice Tiziana Macrì (QUI), il processo è ripreso con un nuovo collegio giudicante.
Ma, come dicevamo, si prospetta una nuova ricusazione da parte di Diego Branca che intende chiedere quella dei giudici a latere Brigida Cavasino e Gilda Romano che affiancano il nuovo presidente Claudia Caputo.
Cavasino e Romano, che facevano parte del collegio nella prima udienza, avevano tuttavia annunciato la loro astensione, richiesta tuttavia rigettata dal Tribunale di Vibo Valentia.
L’istanza di ricusazione è motivata dal fatto che le giudici facevano parte del collegio giudicante nel processo Nemea contro il clan Soriano, correlato con Rinascita-Scott.
Nel corso della prima parte dell'udienza, la Dda di Catanzaro ha anche chiesto la riunificazione di tutti i vari tronconi processuali, incontrando l’opposizione ferma dei difensori.
Nel frattempo la Distrettuale antimafia ha depositato il verbale di interrogatorio del collaboratore di giustizia Gaetano Antonio Cannatà del primo dicembre 2020 in cui aveva parlato di una presunta strategia difensiva per dilatare i tempi del processo e fare scadere i termini di carcerazione preventiva.
Intanto, proprio oggi la presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo.
La stessa istanza è stata avanzata dai ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Difesa e dell’Economia così dall’ufficio del commissario straordinario antiracket, l’associazione Libera e l’associazione antiusura “Interesse uomo”.
(ultimo aggiornamento 16:55)