Sfuma la partenza del maxi processo Rinascita-Scott: giudice ricusato si astiene, tutto rimandato

Vibo Valentia Cronaca

Una “falsa partenza” quella di oggi per il maxi processo nato dall’inchiesta Rinascita-Scott. Questo 13 di gennaio era un giorno di giustizia atteso ma che “sfuma” e slitta al prossimo 19 gennaio poiché tre giudici del collegio giudicante hanno infatti presentato una dichiarazione di astensione che dovrà essere valutata dal presidente del Tribunale di Vibo. Si tratta del giudice ricusato Tiziana Macrì e dei giudici a latere Brigida Cavasino e Gilda Romano.

L'ASTENSIONE DI MACRÌ

Accerchiata da forze dell’ordine, la nuova e imponente aula bunker di Lamezia ha visto stamni partire l’udienza presieduta dal giudice Tiziana Macrì con l'appello delle parti, durato alla lunga visto che solo gli imputati sono oltre 300.

Proprio nei confronti del giudice Tiziana Macrì, però, c'è una richiesta di ricusazione da parte della Dda di Catanzaro (QUI) avendo la stessa, come gip di Catanzaro, autorizzato un'intercettazione nell'ambito dello stesso procedimento.

Al termine della costituzione delle parti, l'avvocato Diego Brancia ha chiesto al collegio di astenersi dalla trattazione del prosieguo del procedimento avendo Macrì già pronunciato sentenza, il 27 ottobre scorso, nell'ambito di un processo correlato con Rinascita-Scott: "Nemea" contro il clan Soriano di Filandari.

La Giudice ha interrotto la richiesta dell'avvocato affermando che i giudici a latere Cavasino e Romano hanno già formalizzato dichiarazione di astensione.

"Io sono venuta per dovere d'ufficio. Io mi fermo oggi, la mia è la posizione di un giudice ormai ricusato", ha affermato Tiziana Macrì, che chiarisce: “Io non ritengo dentro di me di essere incompatibile, altrimenti l’avrei fatta prima. Il presupposto della mia dichiarazione di astensione è la decisione della Corte d’Appello: se la Corte non si fosse pronunciata io sarei andata avanti”.

GRATTERI: “PERSO UN MESE DI TEMPO”

Abbiamo perso un mese di tempo”, ha detto il procuratore Nicola Gratteri che, presente in aula, pare non abbia preso bene la decisione della Macrì. Lo stesso Procuratore ha precisato: “Avevamo chiesto la ricusazione l’11 dicembre e solo oggi prendiamo atto che lei intende astenersi”.

Dopo l’astensione del giudice Macrì è arrivata la dottoressa Caputo, in qualità di giudice a latere insieme a Gilda Romano, mentre a presiedere il collegio è stata Brigida Cavasino.

L’aula bunker è stata poi teatro un botta e risposta tra accusa e difesa e Gratteri è “esploso” dopo aver avanzato una richiesta in merito alla riunione di uno degli stralci – quello che vede a giudizio anche l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli – e uno dei difensori avrebbe girovagato intorno alla risposta dicendo di non aver ben compreso la richiesta del magistrato “perché da qui in fondo non si sente bene”.

Sono stanco di sentire bugie” ha detto Gratteri, che ha invitato senza mezzi termini il legale ad avanzare tra i banchi.

Dopo questa parentesi il Procuratore ha inoltre annunciato l’esistenza delle dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia, Gaetano Cannatà, secondo il quale ci sarebbe stata un’apposita riunione per delineare la strategia della ‘ndrangheta nel maxi processo. Da qui arriverebbe l’urgenza di celebrare il processo e terminare in tempi record.

(Notizia aggiornata alle 22.21)