Polistena, operazione contro cosca Longo. I nomi degli arrestati
I provvedimenti restrittivi dell'operazione "Scacco matto", emessi dal Gip su richiesta della DDA di Reggio Calabria, ipotizzano reati associativi per 31 degli indagati, ritenuti capi e affiliati alla cosca Longo di Polistena, mentre altri quattro arrestati dovranno rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.
L'indagine si è servita di materiale investigativo progresso, come quello dell'operazione "Il crimine", a d'attività recente come intercettazioni ambientali e telefoniche, di intelligence e delle dichiarazione di un testimone di giustizia.
Si tratta dell'imprenditore Gaetano Saffioti, che sarebbe stato estromesso dalla potente cosca nei lavori di ristrutturazione del Liceo Scientifico "Renda" di Polistena, appaltati dell'Amministrazione provinciale di Reggio Calabria e aggiudicati, al termine di una regolare quanto cristallina gara d'appalto, alla ditta "Gival s.r.l. con sede a Fondi di Latina.
Un appalto di 2,5 milioni di euro. L'impresa laziale, inizialmente, aveva preso in locazione dei macchinari dall'impresa Saffioti che, dopo due giorni dall'avvio dell'attività' di cantiere, venne ridimensionata, per affidare sub appalti, forniture e servizi, a ditte individuali, imprese, società e maestranze riconducibili a soggetti della cosca Longo, il cui capo Vincenzo Longo attualmente si trova richiuso presso la casa circondariale di Cuneo, dove gli è stato notificato il provvedimento restrittivo.
La 'ndrangheta di Polistena, grazie all'accordo con l'impresa in questione, era riuscita ad imporre il controllo sociale su un territorio ad alta densità mafiosa. Un accordo, quello tra i vertici della "Gival s.r.l." e le imprese referenti dei Longo, che ha portato in carcere l'amministratore unico e responsabile legale dell'impresa laziale, un capo cantiere e due geometri, di cui uno con un passato da consigliere comunale del Pdl a Fondi di Latina.
Accordi del genere, in provincia di Reggio Calabria vengono solitamente imposti, pena attentati di vario genere, a tutte quelle imprese che si aggiudicano appalti di opere pubblica in Calabria e nel reggino in particolare.
L'attività investigativa, coordinata dalla procura antimafia, è stata svolta dal Commissariato di Polistena e della Squadra mobile della questura di Reggio Calabria. Nell'esecuzione dei provvedimenti restrittivi hanno collaborato anche le Squadre mobili delle Questura di Salerno, Latina, Roma, Arezzo e Padova.
Le persone arrestate nel corso dell'operazione "Scacco matto" che abitano nei diversi comuni della Pina di Gioia Tauro, nel Reggino, sono D.A., 59 anni, M.A.L. (55), F.A. (47), A.C. (35), L.C. (33), G.F. (42), D.L. (44), D.L. (63), G.L. (35), L.L. (40), G.L. (45), F.L. (43), R.L. (21), M.R.G. (45), G.S. (41), F.C. (81), A.M. (49), D.M. (27), A.M. (51), V.V. (55), M.F. (50), G.A. (34), R.L (37); V.A. (38); L.R.R.G. (38) di Siderno. A V.L. (48) il provvedimento è stato notificato nel carcere di Cuneo.
A Roma sono stati arrestati V.F. (27) e D.S. (37); e a Padova C.L. (36). Tutti, a vario titolo, sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso in quanto capi e affiliati alla cosca Longo di Polistena; di danneggiamenti, furti, estorsioni, detenzione e porto abusivo di armi (anche da guerra) ed esplosivi, acquisizione in modo diretto di appalti pubblici e attività economiche, concessioni di autorizzazione e servizi pubblici, intestazione fittizia di beni.
La Questura di Latina ha arrestato A.C. (51); quella di Salerno F.P. (61), G.C. (38) e F.G. (26): responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa.