Processo Terra Bruciata, prosciolti gli indagati: non fù associazione a delinquere
Dopo 12 anni di processo, due indagati sono stati assolti. È l’esito del processo Terra Bruciata, nato a seguito di un atto intimidatorio commesso nel 2009 e che aveva portato, in un primo momento, alla richiesta complessiva di oltre venti anni di reclusione.
Quattro soggetti ritenuti esecutori materiali di estorsioni ed intimidazioni, due considerati i mandanti. Questo il quadro delineato dall’indagine nata a seguito dell’atto intimidatorio del 24 aprile di 12 anni fa, quando il gruppo si sarebbe riunito all’infuori di una abitazione scagliandovi pietre e sassi, al fine di danneggiare imposte e finestre con l’aiuto del buio.
Il pronto intervento dei Carabinieri permise di porre fine al danneggiamento: nel corso della perquisizione i militari trovarono il gruppo in possesso di diverse molotov e di alcune calze forate a mo’ di passamontagna.
Da lì partì il quadro accusatorio che vedeva il sodalizio come unito nella volontà di danneggiare le proprietà di alcuni soggetti con il fine di allontanarli e costringerli ad abbandonare l’immobile, in modo da poterlo occupare.
Un altro intervento avrebbe permesso di mettere in luce una serie di atti intimidatori a danno di un soggetto intenzionato ad acquistare un terreno, che sarebbe stato minacciato e colpito al volto con un sasso, per poi essere aggredito fisicamente con calci e pugni.
Una situazione che sarebbe potuta degenerare, in quanto uno degli aggressori avrebbe tentato di colpire il malcapitato con una accetta, ma gli venne impedito grazie all’intervento della folla che aveva assistito al pestaggio: folla che sarebbe stata minacciata di non aprire bocca sull’accaduto.
A conclusione del processo, il Pubblico Ministero ha assolto i due presunti mandanti, mentre ha convalidato una condanna a 4 anni ed 8 mesi per i quattro esecutori materiali. Tutti prosciolti, infine, dall’accusa di associazione a delinquere.