Razzismo. Human Rights critica l’Italia, “ignorati fatti di Rosarno”
Il governo italiano non sta prendendo le giuste misure atte a prevenire e perseguire la violenza razzista e xenofoba. E' quanto afferma Human Rights Watch in un rapporto pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro la discriminazione razziale. Il dossier, dal titolo "L'intolleranza quotidiana: la violenza razzista e xenofoba in Italia", è il frutto di una ricerca condotta nel 2010: comprende decine di interviste di vittime di violenza, magistrati e funzionari di governo, documentando casi di violenza a sfondo razzista e xenofoba contro immigrati, italiani di discendenza straniera, Rom e Sinti avvenuti negli ultimi anni, nonche' la risposta dello Stato a tali crimini. Secondo l'organizzazione internazionale, gli immigrati, gli italiani di origine straniera e i Rom sono stati vittime di "brutali attacchi". Il rapporto denuncia in 81 pagine le "mancanze dello Stato italiano nel prendere misure efficaci contro i crimini imputabili a odio discriminatorio. Sono rari i casi in cui l'aggravante razzista - continua Human Rights Watch - venga contestata nelle azioni penali per violenze, e le autorita' italiane tendono a sminuire la portata del problema e non condannano con la necessaria forza gli attacchi". Il rapporto sottolinea poi "l'inadeguata formazione delle forze dell'ordine e del personale giudiziario e l'incompletezza della raccolta di dati". Allo stesso tempo, "la retorica dei politici, le misure del governo e la cronaca mediatica collegano gli immigrati e i Rom alla criminalità e contribuiscono ad alimentare un clima di intolleranza". Il governo, "dedica molta più energia a incolpare i migranti e i Rom dei problemi che attanagliano l'Italia di quanto non faccia per fermare gli attacchi violenti contro di loro", sostiene Judith Sunderland, ricercatrice senior per l'Europa occidentale di Human Rights Watch. "Le dichiarazioni allarmiste del governo su un'invasione di 'proporzioni bibliche' dal Nord Africa e' solo l'ultimo esempio di retorica irresponsabile. I funzionari dovrebbero proteggere i migranti e i Rom dalle aggressioni". Human Rights Watch elenca una serie di aggressioni, quali gli attacchi a insediamenti rom a Napoli nel maggio 2008, o ai lavoratori stagionali immigrati dall'Africa a Rosarno, in Calabria, nel gennaio 2010, o a un bar bengalese a Roma nel marzo 2010. Le autorita' hanno registrato 142 crimini imputabili a odio discriminatorio nei primi nove mesi del 2009 - continua - ma in un periodo pressappoco uguale esaminando le notizie pubblicate sulla stampa una organizzazione italiana anti-razzista ha registrato 398 di questi crimini, fra cui 186 aggressioni fisiche (18 delle quali hanno portato alla morte dell'aggredito). Esempi di casi di attacchi individuali includono l'omicidio di Abdoul Guiebre, un italiano originario del Burkina Faso ucciso a sprangate in strada a Milano nel settembre 2008, dopo un piccolo furto in un bar. Altri esempi, il brutale pestaggio di un uomo cinese mentre aspettava un autobus avvenuto a Roma nell'ottobre 2008 e l'attacco nel febbraio del 2009 subito da un cittadino indiano in una cittadina fuori Roma, in cui fu picchiato, cosparso di benzina e dato alle fiamme. Human Rights Watch ha anche documentato preoccupanti casi di maltrattamento contro i Rom da parte delle forze dell'ordine, sia durante le operazioni di sfratto dei campi che nelle stazioni della Polizia di Stato o dei Carabinieri. La legge italiana prevede delle pene detentive piu' severe per reati aggravati della motivazione razziale, ma questo strumento non si e' ancora dimostrato all'altezza delle sue ambizioni, afferma Human Rights Watch. La legge Mancino del 1993 e' stata spesso interpretata dai pubblici ministeri e dai giudici - sottolinea l'organizzazione - come applicabile solo ai crimini unicamente motivati dall'odio razziale, lasciando che gravi crimini razzisti venissero perseguiti come se si trattasse di reati comuni. Inoltre, la legge Mancino non contempla affatto i crimini motivati dall'odio verso l'orientamento sessuale e l'identita' di genere delle vittime. La violenza estrema nel gennaio 2010 a Rosarno, in Calabria, sofferta dai lavoratori stagionali africani che si videro scatenati contro raid e sparatorie partite da macchine in corsa, in tre giorni di violenza di bande che causarono l'ospedalizzazione di almeno 11 migranti con gravi ferite, non ha portato a processi e condanne per crimini motivati dall'aggravante razzista. Il rapporto di Human Rights Watch contiene raccomandazioni concrete al governo italiano volte a rafforzare la sua risposta alla violenza razzista e xenofoba: la violenza razzista e xenofoba va condannata fino al piu' alto livello, con coerenza, continuita' e forza; il diritto penale va riformato per assicurare che la circostanza aggravante della motivazione razziale possa essere contestata anche in presenza di motivazioni miste, e per espandere l'elenco delle caratteristiche protette ai fini di includere, come minimo, l'orientamento sessuale e l'identita' di genere; va resa obbligatoria la formazione del personale delle forze dell'ordine e i pubblici ministeri per individuare, investigare e perseguire penalmente i crimini motivati, in tutto o in parte, dall'odio razzista.