Operazione Scirocco, restituiti agli Aquino i beni confiscati nel 2020

Reggio Calabria Cronaca

Tornano nella disponibilità degli Aquino i beni che erano stati confiscati alla famiglia di Marina di Gioiosa Ionica nel corso del procedimento “Scirocco” (QUI).

A deciderlo è stata la Sezione Misure di Prevenzione della Corte d’Appello di Reggio Calabria secondo la quale non sussistono i presupposti di legge per formulare in capo a Nicola Rocco Aquino - il 72enne a carico del quale nel 2020 i beni furono cautelati - “un giudizio di pericolosità sociale qualificata”.

Per i magistrati ne consegue pertanto il rigetto della proposta di applicazione della misura personaleper assenza, non del requisito dell’attualità, ma della propedeutica e necessaria ricorrenza di condotte sintomatiche di appartenenza nell’eccezione più rigorosa statuita” dalla giurisprudenza; ne consegue quindi ed anche il rigetto della proposta relativa alla misura patrimoniale.

I sigilli erano scattati per la prima volta nel marzo del 2018 (QUI), quando la Dda fece sequestrare fabbricati, terreni agricoli a Marina di Gioiosa Ionica, Roccella Ionica, Riace e Stignano; rapporti bancari, quote societarie di imprese edili e locali e compendi di sei imprese commerciali.

Il tutto traeva origine dalle indagini scattate dell’operazione “Crimine” (LEGGI) che portò all’esecuzione di 119 provvedimenti restrittivi personali a carico di altrettante persone a cui si contestava, a vario titolo, l’associazione per delinquere di tipo mafioso.

Tra queste anche Aquino, ritenuto intraneo all’omonima cosca di ‘ndrangheta e partecipe della localedi Marina di Gioiosa Ionica.

Nel 2012, in primo grado, il 72enne è stato condannato a 12 anni di reclusione ma nel 2015 la Corte di Appello di Reggio Calabria, lo ha assolto per non aver commesso il fatto(QUI).

Nel marzo del 2020 i beni, del valore di circa 6,5 milioni di euro, sono stati poi confiscati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e dagli uomini del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia locale (QUI).