Clan Aquino. Sigilli ai beni di 70enne “intraneo” alla cosca. Confisca da oltre 7mln
Ammonta a sette milioni e mezzo di euro il valore dei beni che sono stati confiscati, dai militari della guardia di finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia locale, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri.
Le fiamme gialle hanno eseguito il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta da Ornella Pastore, e che dispone i sigilli al patrimonio ritenuto riconducibile a Nicola Rocco Aquino, 70enne originario di Marina di Gioiosa Ionica, considerato vicino alla cosca di ‘ndrangheta degli Aquino.
La misura di oggi si fonda sulle risultanze delle indagini scaturite dall’operazione “Crimine” (QUI), condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e conclusasi nel 2010 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 119 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso (QUI).
Tra di loro risulta indagato anche Aquino che gli inquirenti ritengono intraneo all’omonima cosca di ‘ndrangheta e partecipe della “locale” di Marina di Gioiosa Ionica.
Il provvedimento restrittivo non è stato eseguito dagli organi di polizia in quanto l’uomo si è reso irreperibile. È stata, così, emessa nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare nel mese di settembre del 2010 e è stato considerato latitante rimanendo irreperibile fino alla revoca della misura disposta nel corso del giudizio di appello.
Nel 2012, con una sentenza di primo grado, il gup del Tribunale di Reggio Calabria ha dichiarato Aquino colpevole dei reati ascrittigli, escluse le aggravanti e l’ha quindi condannato a 12 anni di reclusione. Successivamente, nel 2015, la Corte di Appello di Reggio Calabria, ha assolto il 70enne “per non aver commesso il fatto” (QUI).
Le indagini, coordinate dalla Dda, sono state affidate al Gigo del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria reggina e allo Scico, affinché avviassero degli accertamenti di carattere patrimoniale e quantificare il patrimonio riconducibile ad Aquino. Da queste indagini il Tribunale ha disposto, nel 2018, con plurimi provvedimenti, il sequestro del patrimonio a lui riconducibile (QUI).
Le investigazioni a carattere patrimoniale hanno consentito l’individuazione dei patrimoni dei quali risultasse disporre, direttamente o indirettamente, e il cui valore è stato considerato “decisamente sproporzionato” rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi.
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto la confisca di prevenzione dei beni riconducibili al 70enne, costituito dall’intero patrimonio aziendale di diverse imprese, quote societarie, immobili e rapporti finanziari: il tutto per un valore stimato, all’epoca in 7,5 milioni di euro.