Danno erariale per la gestione dei centri di accoglienza. Invito a dedurre per 42 persone

Calabria Cronaca

Danno erariale per oltre 5 milioni di euro derivante da irregolarità negli affidamenti per la gestione dei centri di accoglienza dei migranti in Calabria, tra aprile 2011 e dicembre 2012.

Questa mattina i finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, su delega della Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Catanzaro, hanno così proceduto alla notifica di un provvedimento di “invito a dedurre” nei confronti di 42 persone.

Le notifiche hanno raggiunto un dirigente pro tempore della Protezione Civile della Regione Calabria, nominato “soggetto attuatore”; 14 amministratori di enti locali, tra sindaci pro tempore e componenti delle Giunte comunali pro-tempore dei Comuni di Acquaformosa, Riace e Caulonia; e 27 amministratori pro-tempore di società cooperative con sede nelle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria.

Le indagini, coordinate dal vice procuratore generale della Corte dei Corti di Catanzaro, Giovanni Di Pietro, e condotte dalle Fiamme Gialle di Paola e Amantea, hanno messo in luce delle gravi irregolarità che avrebbero così determinato un ingiustificato arricchimento dei beneficiari delle risorse pubbliche.

Per gli investigatori il “soggetto attuatore” avrebbe favorito gli affidatari, affidando il servizio di gestione dei centri di accoglienza a cooperative e consorzi costituiti in una data successiva alla presentazione delle offerte.

Avrebbe poi concesso la gestione a strutture senza esperienza nel settore, a strutture che non avevano la disponibilità di immobili nei quali allocare i migranti.

L’attuatore è poi accusato di aver eseguito la liquidazione delle spettanze “palesemente sovrastimate rispetto alla ricettività formale” risultante dagli accertamenti svolti.

Avrebbe quindi riconosciuto alle coop e alle associazioni un compenso per posti convenzionati ma non occupati. Nel corso delle indagini sono inoltre state scoperte fatture relative all’occupazione di posti in realtà inesistenti.

Inoltre, attraverso accordi con le società affidatarie, il soggetto attuatore avrebbe favorito alcune strutture, concordando la possibilità di riconoscere il corrispettivo giornaliero massimo per ogni singolo migrante.

In ultimo avrebbe affidato la gestione dei centri ad enti locali, come il Comune di Riace, in totale assenza di offerte, così da far ricevere compensi senza emettere fatture o documenti equipollenti.