Terme Luigiane. Lavoratori denunciano: “giugno è iniziato ma persistere un drammatico stallo”

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Non è bastato l’intervento del presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, e l’intesa raggiunta in Regione alla presenza della Sateca Spa e dei Comuni a risolvere, anche in parte, i problemi dei lavoratori delle Terme Luigiane.

Secondo quanto denuncia in una nota il Comitato dei Lavoratori, con oggi "giugno è iniziato ma alle Terme Luigiane continua a persistere un drammatico stallo della situazione legata, non solo alla vertenza di 250 lavoratori impiegati direttamente, ma anche relativa alla chiusura di un polo termale d’eccellenza che ogni anno eroga 500.000 prestazioni sanitarie e accoglie decine di migliaia di turisti”.

“A seguito dell’incontro i sindaci avrebbero dovuto dare riscontro alla proposta entro 48 ore. Sono trascorsi più di 5 giorni e,- denuncia dal Comitato - al di là dei soliti proclami su facebook in cui tentano come al solito di mistificare la realtà, nulla di concreto è accaduto”.

Per i lavoratori le amministrazioni comunali “hanno avviato ormai da mesi il gioco del “perdere tempo””.

I lavoratori si dicono “stanchi” e dichiarano: “Continua la distruzione delle Terme Luigiane senza che l’assessore regionale competente Orsomarso si attivi per quelle che sono le prerogative del suo ruolo istituzionale. Negli ultimi tempi - aggiungono - abbiamo assistito al festival della prepotenza e dell’illegalità al quale l’assessore ha partecipato da perfetto spettatore, in pieno accordo con il suo amico ed elettore Tripicchio, senza prendere alcuna posizione ufficiale e quindi, nella sostanza, schierandosi apertamente con chi sta facendo di tutto per distruggere il lavoro di migliaia di persone e la più grande attività produttiva del Tirreno cosentino, che in 80 anni di storia imprenditoriale non è mai stata sfiorata dal malaffare e che ha fatto della legalità la sua bandiera”.

“Tutti si chiedono quali interessi si celino dietro questo agire scellerato – proseguono i lavoratori in una nota – visto che tutte le azioni poste in essere dai due amministratori vanno contro sia la tutela dell’occupazione che la prosecuzione dell’attività termale, contraddicendo in maniera eclatante i miseri e vacui annunci sbandierati qua e là sui social”.

I lavoratori, che reputano la “stagione 2021 persa”, tornano ad appellarsi a Spirlì al fine di “salvaguardare i posti di lavoro e l’erogazione delle centinaia di migliaia di prestazioni sanitarie e a non farci ritrovare di anno in anno a combattere per la nostra occupazione dagli addetti ai lavoro e di ora in ora scema qualunque speranza di poterla salvare anche parzialmente”.

In conclusione, i lavoratori annunciano che “il prossimo 3 giugno una rappresentanza sarà nuovamente in Regione”.