Juve, antiriciclaggio indaga su neo allenatore Allegri: operazioni sospette riconducibili alla ‘ndrangheta
Sarebbero numerose le transazioni ritentue sospette che hanno fatto finire il neo allenatore della Juventus, Max Allegri, sotto la lente d'ingrandimento dell'antiriciclaggio.
Transazioni registrate tra il 2017 ed il 2018, e che avrebbero fatto scattare un primo giro di controlli ed indagini interne già nel 2019.
Nello specifico, il giro di transazioni riguarda delle ingenti somme di denaro provenienti dall'estero, precisamente dalla Slovenia, da Monte Carlo e da Malta.
Proprio nell'isola mediterranea Allegri avrebbe ricevuto diversi bonifici da una società di scommesse già accusata di raccolta illecita di giocate e finita sotto inchiesta per truffa aggravata, evasione fiscale e, sopratutto, rapporti diretti con la 'ndrangheta.
Questi pagamenti giunti dall'estero, secondo la Banca d'Italia, non sarebbero giustificati, e proveniendo da società di gioco e scommesse potrebbero essere i proventi di alcune vincite.
“Ma la reiterazione di determinati importi similari potrebbe lasciare spazio ad altre sospette interpretazioni” come riporta il quotidiano La Verità, che ha dato la notizia.
Dal canto suo Allegri si è dichiarato estraneo a qualsiasi attività irregolare. Il tecnico bianconero, nell’estate del 2019 aveva avuto anche un accertamento delle fiamme gialle livornesi, che avevano passato al setaccio i suoi conti fin dal 2017 e dai quali erano emerse operazioni come prelievi, assegni ed altro ma ritenute comunque coerenti col patrimonio e gli standard di vita dell’allenatore.