Omicidio Gigliotti, ammazzato per una crociera: preso il presunto assassino
La truffa su una crociera per la quale il presunto assassino avrebbero versato un acconto di 1100 euro. Su quella nave avrebbe dovuto salirvi insieme alla moglie, ma era caduto suo malgrado nel raggiro dei cosiddetti “viaggi fantasma” venduti da una agenzia, la Easy Fligth, gestita dalla moglie della vittima.
Ci sarebbe questo movente alla base dell’omicidio di Domenico Maria Gigliotti, ucciso il 25 gennaio del 2015 davanti all’uscio di casa (QUI).
Un assassinio si cui, quest’oggi, ritengono di aver chiuso il cerchio gli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme, che hanno arrestato e portato in carcere il 36enne Marco Gallo, accusato appunto di omicidio e anche di distruzione di cadavere.
Gallo è personaggio già noto alle cronache, essendo coinvolto in altri tre omicidi: quello di Francesco Berlingieri (QUI), per il quale è stato condannato dalla Corte d’assise alla pena dell’ergastolo; e quelli di Gregorio Mezzatesta (QUI) e dell’Avvocato Francesco Pagliuso (QUI).
Le indagini, dirette dal Pm Santo Melidona si sono orientate nei confronti del 36enne proprio in considerazione del fatto che figurasse tra le vittime della truffa dei cosiddetti viaggi fantasma di cui accennavamo.
La tesi è che non essendo riuscito a vedersi restituito l’acconto versato per l’acquisto della crociera, Gallo, già nel mese di ottobre del 2014, abbia sparato alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione della famiglia Gigliotti.
Secondo gli investigatori, quindi, fondamentale per arrivare ad inchiodare l’uomo anche su questo omicidio sono stati, nonostante l’utilizzo di un revolver per l’esecuzione del delitto, gli esiti della comparazione balistica, affidata agli esperti della Polizia Scientifica.
INCASTRATO DAGLI ESAMI BALISTICI
Premesso, difatti, che sia in occasione del precedente danneggiamento dell’abitazione, sia durante l’esame autoptico, erano state repertate e sottoposte a sequestro le ogive dei colpi esplosi, gli accertamenti tecnico-balistici di natura comparativa, di particolare pregio e rilevanza, avrebbero stabilito “in modo certo” che in entrambi gli episodi fosse stata usata la stessa arma.
L’ulteriore approfondimento tecnico-scientifico, inoltre, ha portato ad accertare che si tratta, nella fattispecie, dello stesso revolver usato anche per assassinare l’avvocato Pagliuso, omicidio per il quale il Gallo è al momento in carcere ed imputato ancora davanti alla Corte d’assise di Catanzaro.
A completare il quadro è stata, poi, l’analisi ed elaborazione dei dati di traffico telefonico acquisiti, che avrebbero portato a collocare Gallo nei pressi dell’abitazione della vittima in occasione del danneggiamento.
In particolare, Domenico Maria Gigliotti fu assassinato nella prima mattinata del 25 gennaio 2015, davanti la porta di casa.
Le modalità del delitto suscitarono particolare clamore: l’assassino, infatti, dopo aver attinto la vittima con alcuni colpi di pistola, diede fuoco all’auto sulla quale viaggiava la stessa.
Le risultanze dell’autopsia sul corpo di Gigliotti, confermarono poi una macabra realtà, ovvero che la vittima, proprio mentre si sprigionavano le fiamme, fosse ancora in vita, elemento evidenziato dalla presenza di fumo nei polmoni.
L’ARRESTO è stato eseguito su disposizione della Procura di Lamezia Terme, diretta dal Procuratore Salvatore Maria Curcio. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip Rossella Prignani.