Devastata villa nel vibonese, operaio tradito dal Dna
Un operaio di 46 anni, M.G., e' stato denunciato dai carabinieri con l'accusa di furto e danneggiamento aggravato. Ad accusarlo l'esame del Dna. L'uomo, dopo aver commesso un furto in una villa, l'aveva completamente devastata. Il fatto e' avvenuto a Ricadi, cittadina turistica nel comprensorio di Capo Vaticano, in una villa sul promontorio di prorieta' di una famiglia che vive al Nord e che occupa l'immobile durante le vacanze. Nel maggio scorso, nel rimettervi piede, i prpprietari l'avevano trovata quasi distrutta. Ignoti, dopo aver asportato degli oggetti l'avevano devastata provocando danni ingenti ai sanitari, all'impianto elettrico e al contenuto. Scattata la denuncia, sul posto sono intervenuti i militari dell'Arma della vicina stazione di Spilinga diretti dal maresciallo Vincenzo Boerio che hanno repertato una traccia ematica essiccata immediatamente inviata al R.i.s. di Messina per l'estrapolazione del Dna. Nel corso dell'attivita' investigativa, sono stati raccolti inoltre elementi probatori nei confronti dell'operaio edile, residente nel vicino comune di Vazzano che pochi mesi prima aveva eseguito dei lavori all'interno della villa. Motivo per cui era stato attuato il prelievo di materiale biologico che ha permesso di estrapolare il profilo di genotipo maschile. Alla luce degli elementi di colpevolezza raccolti dai carabinieri l'indagato ormai alle corde, ha deciso di rendere spontanee dichiarazioni, durante le quali si e' autoaccusato del danneggiamento, dichiarando di aver agito per una vendetta nei confronti della proprietaria della villa, accusandola di non aver provveduto all'intero pagamento dei lavori dai lui eseguiti.