Sanità, il Prc invita a “non abbassare la guardia”
Si rischia di commettere “un grave errore” se “non facessimo tesoro di quanto accaduto” evitando così di dare peso alle varianti del coronavirus, che nonostante “il progredire della campagna vaccinale” potrebbero ripresentarsi subito dopo l’estate. È l’allarme lanciato dal Partito della Rifondazione Comunista, che torna a “ puntare i riflettori sulle debolezze del sistema sanitario calabrese”.
“In Calabria paghiamo ancora in termini di tracciamento, tempi lunghi per quanto riguarda i richiami con le seconde dosi e siamo di nuovo agli ultimi posti per quanto riguarda il rapporto dosi somministrate/dosi ricevute, le criticità del Suem 118 e dei Pronto Soccorso” ricorda la segreteria regionale, ribadendo come non siano ancora “utilizzate tutte le risorse pervenute, come da relazione tecnica nel decreto Sostegni bis”.
Si tratterebbe dunque di “67 milioni di euro mai spesi dalla Regione relativamente a personale sanitario, aggiornamento tecnologico e acquisto materiali”. A tal proposito, viene ricordato come esistano “1474 precari della sanità calabrese, reclutati durante la pandemia, ai quali scadrà il contratto di lavoro il 31 luglio” e per i quali non sembra essere stato deciso ancora nulla.
“C’è bisogno di un piano di investimenti nel pubblico che preveda delle assunzioni stabili e, di conseguenza, una riorganizzazione e un rilancio del sistema sanitario calabrese per non farci trovare impreparati ad una nuova ondata e che speriamo non si verifichi più, e per ridare diritti e dignità ai lavoratori e al popolo calabrese” conclude la nota.