Acqua pubblica, Calabretta (Sorical): “Troppe scelte sbagliate. Regione deve riscrivere le regole”
“I cambiamenti climatici e lo sviluppo del territorio, ci spingono a rivedere molte delle decisioni prese dalla politica locale, regionale e nazionale nei decenni precedenti. Prendiamo l’argomento di oggi: le dighe e soprattutto le reti di grandi adduzione, sono state progettate negli anni 50 e realizzate nei decenni successivi, in un contesto in cui tutto questo territorio era più vocato all’industria che all’agricoltura, anche di qualità, e al turismo. L’industrializzazione è finità, bisogna riconvertirsi e possiamo guardare al turismo solo se riusciamo ad alzare il livello di qualità della vita nelle nostre città. In primo luogo i servizi, sanità, acqua e rifiuti.” Ad affermarlo è il Commissario Sorical, Cataldo Calabretta, che ritiene sia “il momento di mettere un po’ di ordine, a partire dalla gestione degli invasi con la regolazione dei deflussi dei nostri fiumi”.
“La Calabria non può morire di sete perché bisogna produrre energia. Non possiamo mutilare il nostro territorio, le nostre bellezze paesaggistiche – aggiunge Calabretta- perché dobbiamo installare pale eoliche per produrre energia. Non possiamo sottrarre terreno all’agricoltura perché dobbiamo installare impianti fotovoltaici per produrre energia. E potrei continuare anche con l’estrazione di gas a largo delle coste di Crotone per non parlare dello smaltimento dei rifiuti, con il nostro territorio diventata la pattumiera della Calabria.”
Per il responsabile Sorical la nostra terra “ha subìto gravi ferite dall’industrializzazione” e questo è “il momento di provare a scrivere pagine nuove” e precisa “dire BASTA allo sfruttamento massivo del territorio dai grandi gruppi energetici internazionali”.
“La politica in questi anni ha vigilato poco, - sostiene Calabretta- ha sempre accettato compromessi al ribasso, a volte si è voltata dall’altra parte. Ora è arrivato il momento di prenderci quello che è nostro. Il futuro di questo angolo di Calabria lo devono tracciare le persone perbene che lo vivono!”
Sull’acqua, per il Commissario “è del tutto evidente che nei decenni scorsi sono state fatte scelte sbagliate o quanto meno poco oculate e la Regione è chiamata a riscrivere le regole del gioco”.
“Le convenzioni e le concessioni con i gestori delle dighe vanno riviste – chiosa - perché soprattutto sono superate. Sono state scritte negli anni ‘60 quando il regime delle piogge era radicalmente diverso e diversi erano i fabbisogni del territorio”.
Tra tutti i casi, Calabretta porta un esempio e precisa: “non è possibile che Sorical debba pagare per prelevare l’acqua dagli impianti silani oltre il rilascio obbligatorio. Occorre che, come ormai da anni si fa in altre regioni italiane, anche la Regione Calabria – aggiunge - si doti di una struttura tecnica qualificata e di alto profilo per definire il regime di esercizio di tutte 24 grandi dighe esistenti oltre che per gestire quelle di proprietà della Regione stessa e dei Consorzi di bonifica e poi completare le incompiute. Questa struttura ogni mese, esaminati gli afflussi agli invasi del mese precedente, valutate le disponibilità e gli scenari di previsione dovrà avere il potere di decidere con tutti i concessionari, sia idroelettrici che con i Consorzi di bonifica e quindi gli agricoltori, con la NUOVA Società del servizio idrico integrato (la nuova Sorical), il fabbisogno di acqua per uso sanitario (che ha la priorità) e per uso irriguo ed industriale. Non possono esserci conflitti, c’è bisogno di condivisione.”
Inoltre, per Calabretta bisogna “ripensare alle nostre reti che vanno tenute efficienti e non devono causare disservizi”. “Stiamo interloquendo con la Regione - chiarisce- per capire come risolvere il problema della condotta in gestione a Corap che porta l’acqua a Sorical e al consorzio. Dobbiamo farci carico del fatto che molte famiglie hanno piccoli orti, fenomeno in aumento con la Pandemia, e bisogna attrezzarci per dare nuovi servizi. Portare nelle case la rete duale, acqua potabile e acqua grezza è la soluzione prevista da una legge del 1994.”
Per quanto riguarda Crotone, lo stesso Commissario sostiene che “non è possibile che a ci siano quattro gestori, Sorical, Corap, Congesi e Arssa e un servizio pessimo” e dunque “occorre integrare, ottimizzare, abbattere i costi e fare gli investimenti”
In ultimo, Calabretta sostiene che “l’acqua pubblica non è sinonimo di acqua gratis” e proprio per questo chiarisce che “l’acqua potabile va pagata da tutti e non da una minoranza”.
“Pagare 25 euro al mese – afferma - per avere acqua potabile di qualità non può essere un problema, per chi non può permetterselo c’è il bonus idrico previsto dallo Stato, ma deve dimostrarlo che non può permetterselo. Fare i furbi, rubare l’acqua potabile e utilizzarla per altro si crea un danno enorme alle famiglie e all’economia sana di questo territorio”.
Per il Commissario della Sorical dunque “un’altra strada è possibile” ed occorre “lavorare tutti insieme per percorrerla". "Facciamo per noi, - conclude - facciamolo per le nuove generazioni.”