Depurazione, il Tar dà ragione a Legambiente e condanna il Comune di Catanzaro
Il Tar Calabria ha accolto il ricorso proposto da Legambiente Calabria e ha dato al Comune di Catanzaro il termine di 15 giorni dalla comunicazione per assicurare a Legambiente l'accesso ai dati e documenti richiesti già con in una istanza del luglio 2019.
Per il caso di ulteriore inerzia, il Tribunale ha nominato Commissario ad acta il Prefetto del capoluogo o un suo delegato, condannando nuovamente il Comune al pagamento delle spese di giudizio.
Secondo il Tar, la sentenza parzialmente eseguita è coperta da giudicato, pertanto, è l'amministrazione il soggetto legittimato a rendere i dati e la documentazione sul depuratore di Verghello, a oggi mancanti, a fronte e nei limiti delle difese prodotte in atti.
L’ente dovrà quindi consentire l’accesso a tutti gli atti mancanti. Persistendo il Comune nella sua inadempienza, Legambiente Calabria sta richiedendo l’intervento del Prefetto così come da indicazione del Tar.
“Dopo due anni, con la sentenza … - ha detto Andrea Dominijanni, presidente del Circolo Airone di Catanzaro - vengono chiariti gli obblighi per il Comune di Catanzaro derivanti da una sentenza in materia di accesso agli atti ed alle informazioni ambientali, i tempi entro cui l’ente deve pienamente agire e le eventuali conseguenze di una sua prolungata inerzia”.
“La sentenza del Tribunale amministrativo regionale costituisce una vittoria per i cittadini - afferma la Presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta - che hanno diritto alla trasparenza dei dati riguardanti l'ambiente e la salute da parte della pubblica amministrazione”.
“Legambiente Calabria è e continuerà a essere a fianco dei cittadini nella tutela dell'ambiente e della salute pubblica - conclude Parretta - sollecitiamo ancora una volta l'Amministrazione comunale all'effettiva risoluzione di tutte le problematiche relative al depuratore ed alla rete fognante della città, non ancora risolte. Ogni cittadino di Catanzaro e chiunque si trovi ad essere presente sul territorio ha pieno diritto a respirare aria pulita ed a bagnarsi in un mare salubre e cristallino”.
La vicenda è iniziata nel 2019, quando Legambiente, nell'ambito della protesta dei cosiddetti “lenzuoli bianchi”, ha sostenuto un gruppo di cittadini del quartiere lido di Catanzaro, stanchi di subire gli effetti di un sistema di depurazione mal funzionante. L’associazione ha quindi presentato un esposto sul depuratore di Verghello.
Con questa segnalazione, Legambiente, insieme ai cittadini, ha chiesto al Comune trasparenza sugli interventi adottati precedentemente e successivamente alla delibera del aprile 2019 per la manutenzione e la rifunzionalizzazione dell’impianto di depurazione di Verghello.
Informazioni ambientali, in merito alla funzionalità dell'impianto di depurazione delle acque reflue e sull'utilizzo degli investimenti stanziati già nell'anno 2006 per la costruzione della nuova rete fognaria e di depurazione della città.
Legambiente ha portato avanti la mobilitazione cittadina presentando il 2 luglio 2019 al Comune di Catanzaro istanza di accesso agli atti e alle informazioni ambientali relativi al sistema di depurazione di Catanzaro.
A fronte del silenzio, l’associazione con gli avvocati ha poi depositato ricorso al Tribunale Amministrativo nei confronti del Comune di Catanzaro e del gestore del servizio.
Nel 2019, il Tar ha ordinato al Comune di consentire entro 30 giorni a Legambiente Calabria l’accesso agli atti e alle informazioni ambientali relativi al sistema di depurazione espressamente indicati e richiesti, condannando l'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio.
A distanza di due anni l’ente, a fronte della protesta cittadina, ha consentito solo un accesso parziale, costringendo Legambiente a ricorrere al Tar per ottenere, in sede di ottemperanza, l’esatta esecuzione della sentenza non impugnata dall’ente ed ormai passata in giudicato.