Magna Graecia Film Festival: premiati Iodice, La Parola, Patanè e Francesconi
Pioggia di premi al Magna Graecia Film Festival che ieri sera, domenica 8 agosto, ha chiuso i battenti a Catanzaro. Per la 18esima edizione del Festival ideato e diretto da Gianvito Casadonte, si sono tenute proiezioni e incontri che hanno abbracciato tutta la città, dal mare fino al centro storico del Capoluogo calabrese.
Anteprime nazionali e internazionali, masterclass d’eccezione – da Paul Haggis a Gioacchino Criaco, da John Savage a Marco Risi, Peter Greenaway e Saskia Boddeke performance musicali e tantissimi ospiti hanno animato questa edizione, che ha visto ieri sera le premiazioni finali dei tre concorsi. Tutti i premi sono stati realizzati dall’orafo Michele Affidato.
Di seguito i premi e le motivazioni delle rispettive giurie. La giuria del concorso dedicato alle Opere prime e seconde italiane, composta da Pappi Corsicato (presidente), Marco Bocci, Ivan Carlei, Francesco Ghiaccio, Claudio Noce e Teresa Saponangelo ha decretato: miglior film opera prima - Il cattivo poeta di Gianluca Jodice. Pur confrontandosi con uno dei più complessi personaggi della Storia d’Italia, il regista si muove con la sicurezza di un veterano trovando un perfetto equilibrio tra narrazione, cast e regia. Un’opera prima la sua che oltre a rivelarne il talento, lo inserisce a pieno titolo tra i più promettenti registi italiani.
Miglior regia a Giovanni La Parola per Il mio corpo vi seppellirà. Un viaggio randagio ed esplosivo nel Western. Un'opera che attraversa senza paura e timore le più alte sfide che questo genere si porta con sè. Il regista percorre senza nessuna esitazione un sentiero narrativo e formale ricco di insidie e possibili cadute con la maestria e la sapienza di un regista “di razza”
Il miglior Attore è Francesco Patanè per Il cattivo poeta. Attraverso il suo stile rigoroso e asciutto con cui ha costruito il suo personaggio, è riuscito a raccontarci in maniera credibile e toccante, un'epoca e il suo stile.
Mentre la migliore attrice è Ginevra Francesconi per Regina. Così giovane ma già capace di alternare momenti di grande dolcezza e apparente sottomissione a momenti di grande grinta e determinazione. Mostrando così di avere tutte le carte per un promettente futuro cinematografico
La miglior sceneggiatura è quella di Antonio Pisu per EST. Una valigia viaggia pericolosamente attraverso la Romania di Ceausescu, al suo interno c’è il senso della nostra esistenza, gli affetti veri, i sogni, le speranze di una famiglia e di conseguenza di un popolo intero. Attraverso il racconto di una vicenda realmente accaduta, piccola eppure potente per il suo valore simbolico, Un'opera che ci fa comprendere che se tutto ha un prezzo poche cose hanno davvero valore.
Premio del pubblico è andato a Regina di Alessandro Grande. Per aver saputo parlare al cuore del pubblico con una storia intima, commovente, emozionante. Un padre e una figlia, così vicini e così lontani, accompagnano lo spettatore attraverso un romanzo di formazione che ha sullo sfondo una Calabria inedita, che diviene un luogo dell'anima.
Menzione speciale alla regista Susy Laude per Tutti per Uma. Per aver riportato nel cinema italiano un genere da troppo tempo dimenticato, la fiaba, e averlo fatto in un momento in cui c'è assoluto bisogno di tornare a sognare e a sorridere
La giuria dei documentari composta da Gloria Giorgianni (presidente), Luca Martera e Roberto Orazi ha decretato: miglior documentario Punta Sacra di Francesca Mazzoleni. Un lavoro che racchiude in sé tutti gli elementi formali ed estetici della forma documentaristica moderna. Le storie raccontate sono potenti ed attuali, ed offrono lo spunto per una riflessione profonda sul senso di appartenenza ad un luogo, che nel film rappresenta motivo di sofferenza ma anche di speranza per quell'umanità che la vive. Una regia coraggiosa, che ha saputo tenere in equilibrio l'osservazione e l'interpretazione di quel limbo di terra ai margini della società, per restituirgli dignità e rispetto.
La giuria della sezione internazionale composta da John Savage (presidente), Gianluca Guzzo e Caterina Shulha ha premiato come miglior opera internazionale After Love di Aleem Kham. Un commuovente film su una donna che dopo la morte del marito scopre che aveva una relazione segreta con un’altra donna. Dopo lo shock e il dolore della scoperta, decide di visitare l’amante del marito. Ma è un incontro che le difficoltà della lingua - e con grande sorpresa delle due donne e del pubblico - porta a scioccanti rivelazioni e alla comprensione, superata la rabbia, di una diversa accettazione. Un film potente su un soggetto intimo e allo stesso tempo universale.
Il premio Petitto è andato a Francesco Montanari. Per l'amore, il talento e il realismo con cui ha affrontato la sfida di interpretare un padre fallibile e insicuro, e quindi profondamente umano. Una convincente prova da attore che va ad arricchire un brillante percorso da grande professionista.
Mentre Attesa di Mattia Isaac Renda ha vinto il Premio Vittorio De Seta. L’opera ci porta con delicatezza, a distanza di molti anni, in quel mondo rurale raccontato da De Seta attraverso le sue opere del “Mondo perduto”. In quei luoghi, però, non si celebrano funerali e non si riesumano salme. Piuttosto, gli oggetti, le pietre, i segni impressi dal tempo, come testimoni vivi, parlano alle nostre coscienze. Così le immagini, che non necessitano di essere accompagnate da parole, si fanno messaggere di suoni, di vite, di memorie. Esse testimoniano le assenze, le colpe, le mancanze nei confronti di un mondo, quello contadino che, così come denunciato con acume e lungimiranza dal maestro Vittorio De Seta, è stato colpevolmente e velocemente accantonato, insieme alla cultura popolare che lo animava. Colpisce che a veicolare tali emozioni sia l’opera di un autore così giovane che con sensibilità lancia un monito a noi tutti, nell’attesa, forse, che una nuova consapevolezza consenta ai luoghi narrati di trovare nuovo ascolto e, forse, anche una nuova vita.
Hanno ricevuto, nel corso delle serate del festival la Colonna d'Oro: Lillo Petrolo, Nick Vallelonga, John Savage, Gioacchino Criaco, Nicola Gratteri, Vito Teti, Marco Risi, Peter Greenaway, Paolo Bonolis, Giovanni Minoli, Paul Haggis e Gianluca Guzzo.
Tra gli eventi speciali del Festival: Paolo Bonolis che, intervistato da Giovanni Minoli, ha presentato il suo libro "Perchè parlavo da solo" (Rizzoli); il tributo per il centenario dalla nascita di Nino Manfredi con presenza di Roberta Manfredi; l’anteprima nazionale di “Opera prima” di Tayu Vlietstra, allievo di Bertolucci. Spazio anche ai talenti del territorio con Sguardi di Calabria: si segnalano, tra gli altri, “Il sogno di Jacob” di Luigi Veneziano, “Il Paese interiore” e “Le Rughe” di Maurizio Paparazzo.
Tantissimi gli ospiti che hanno sfilato sul red carpet catanzarese: tra gli altri Massimo Mauro e Gianni Speranza, Michela Giraud, Andrea Roncato, Elettra Maria Gorietti, Alessandro Haber, Francesco Pannofino e Laura Freddi. A presentare le serate, Carolina Di Domenico, affiancata per la finale da Federico Russo. Tre le performance musicali, chitarra e voce, di Emit, Eugenio Cesaro e Tecla Insolia. La madrina di questa edizione è stata l'attrice e modella Greta Ferro, che ha esordito al cinema con il thriller “Weekend” di Riccardo Grandi e, quest’anno, è stata sul set del nuovo film di Luca Lucini, “Io e mio fratello”.