Santo Stefano di Rogliano. Blitz dei Carabinieri in Consiglio comunale: si finisce in Tribunale
Al Comune di Santo Stefano di Rogliano si passa dalle incomprensioni in Consiglio comunale, al blitz dei Carabinieri, al Tribunale.
A denunciare quanto si “celerebbe” da mesi tra le mura del municipio è il consigliere di minoranza Franco Garofalo che comunica quelli che definisce come alcuni “preoccupanti episodi” verificatisi durante il Consiglio del 30 aprile scorso.
Secondo quanto si apprende in una nota, allo stesso Garofalo era stato imposto di interrompere bruscamente l'intervento che in quel momento stava pronunciando in favore delle consigliere assenti alla seduta in segno di protesta in quanto la Sindaca avrebbe continuato a negare loro la partecipazione al Consiglio da remoto, imponendo di fatto la presenza fisica.
Per rendere dotte le colleghe, Garofalo aveva effettuato delle videoriprese, “previa informativa scritta” tiene a precisare chiarendo che era “al fine di consentire alle stesse consigliere comunali del gruppo e non solo di seguire i lavori dalle proprie abitazioni nonché di ottemperare al dettato statutario che è quello di "incentivare e coinvolgere il cittadino nelle scelte della vita pubblica locale". “
“Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso – denuncia Garofalo - è stato l'intervento dei carabinieri in Consiglio comunale del 30 aprile scorso: l'intervento che si è consumato all'interno del salone consiliare da parte dei militari, sollecitato dagli amministratori comunali, ha rappresentato - secondo quanto sostenuto nel corso della Conferenza stampa- un fatto grave, ritenuto altamente lesivo nei confronti della libertà individuale, del diritto di parola e di pensiero, del diritto di iniziativa del singolo consigliere comunale.”
“Il blitz, - aggiunge il consigliere - mirato a interrompere l'intervento di un consigliere di opposizione che in quel momento si apprestava a manifestare piena solidarietà ai consiglieri comunali, assenti alla seduta in segno di protesta per il mancato accoglimento delle richiesta da parte della Presidente del Consiglio, di partecipare da remoto, ha suscitato sdegno, proteste e ferma condanna da parte dell'opposizione consiliare”.
Garofaolo aggiunge che “Il gruppo consiliare " Comune in Comune" ha condannato la posizione assunta dall'amministrazione comunale e manifestato sentita solidarietà al consigliere comunale, costretto ad interrompere l'intervento che stava effettuando nelle sue vesti di pubblico ufficiale e bloccare le videoriprese che stava effettuando al fine di consentire alle consigliere comunali assente per protesta di seguire dalle proprie abitazioni i lavori del proprio consiglio comunale”.
Lo stesso consigliere comunale fa sapere di aver abbandonato la seduta consiliare in segno di protesta e precisa: “Al momento dell'abbandono della seduta il consigliere ho chiesto la verifica del numero legale dei consiglieri comunali presenti in aula che in quel momento, tra assenti e un consigliere che aveva dichiarato di abbandonare la seduta, figuravano solo cinque, compresa la Sindaca, numero del tutto insufficiente per procedere a discutere e approvare il bilancio comunale”.
“I fatti - fa sapere Garofalo - sono stati denunciati all'autorità giudiziaria in quanto ritenuti altamente lesivi della libertà individuale sancita dalla Costituzione, dallo statuto comunale e dalle libere coscienze.”
“Attendiamo con fiducia che la giustizia faccia il suo corso e nel rispetto della legalità continueremo a svolgere il nostro dovere di cittadini ed eletti dalla comunità alla quale dobbiamo rendere conto del nostro operato, quali soggetti pubblici chiamati a gestire il bene comune”, conclude Garofalo.