Calabria sfigurata dal fuoco. Il monito dei Vescovi: “I piromani sono assassini ambientali”
“I piromani? Assassini ambientali” ma le istituzioni possono e devono fare di più per fermare il fuoco anche attraverso una coscienza collettiva più attenta e diffusa.
È questo, in sintesi, il monito che arriva dalla Conferenza episcopale calabra in riferimento agli incendi che negli ultimi giorni in particolare hanno assalito la Calabria.
A esprimere la posizione dei vescovi calabresi è il presidente della Cec, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace.
“Non si è ancora spenta la vasta eco suscitata dalla nostra recentissima Nota ‘Vita buona della Regione’ - dice monsignor Bertolone - ed ecco che la mano assassina di piromani e di gente che sfrutta le temperature più elevate sta infliggendo un nuovo attacco alla nostra bella Calabria”.
“Come Pastori - prosegue il numero uno dei vescovi calabresi - lamentavamo già, tra l’altro, ‘la svendita della nostra terra… immiserendo e deturpando l’immenso suo bacino di bellezza, di energia e di risorse ambientali’. Qualcuno ha commentato queste parole augurandosi che ad esse potessero seguire comportamenti coerenti”.
Per monsignor Bertolone, invece, il Sud Italia e con esso la Calabria bruciano di nuovo e, spesso, “quasi sempre, tutto parte dalla mano perversa dell'uomo, a volte per riaffermare con la violenza del fuoco un dominio sul territorio che si vuole sottratto alla legalità e piegato ad interessi di parte”.
Il presidente della Cec ricorda come ultimi, in ordine di tempo, sono i roghi che interessano l'Aspromonte, ma anche la macchia boschiva catanzarese. Ad oggi sono almeno una decina gli incendi ancora attivi.
“Ed un incendio, oltre a depredare il corpo vivo della Madre Terra – chiosa Bertolone - distrugge migliaia di specie vegetali, rischia di far scomparire per sempre alcune specie animali, dilava il territorio e i corsi d’acqua. A parte i costi economici per arginare gli incendi e ripristinare lo stato dei luoghi della Calabria verde, fanno male certi atteggiamenti di sufficienza, e talvolta di strafottenza di alcuni cittadini”.
Da qui, e per i vescovi, la necessità di una coscienza collettiva, ma anche di una più incisiva azione delle istituzioni, ad ogni livello, “perché prevenzione e monitoraggio possano divenire barriera sempre più alta a difesa dai continui attacchi”.
Ricorrere agli incendi, conclude il presidente della Cec, “è del tutto estraneo ad ogni etica umana e cristiana! Il Signore fermi la mano degli sciagurati piromani e dia forza a tutti coloro che stanno lavorando per frenare il disastro”.