Porto Saline Joniche, giunta propone inserimento in autorità dello Stretto
Inserire il porto di Saline Joniche all'interno dell'Autorità di sistema portuale dello Stretto. È la proposta avanzata dalla giunta regionale su proposta dell’assessora Domenica Catalfamo. La giunta ha inoltre deliberato di proporre al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili il contestuale approfondimento istruttorio per la localizzazione nel retroporto di 32 ettari di aree Zes.
La delibera arriva a seguito di diversi incontri che, avviati da Catalfamo, hanno coinvolto il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto e il sindaco di Montebello Jonico, Guardia Costiera, Agenzia del Demanio, Agenzia delle dogane e dei Monopoli, Università Mediterranea di Reggio Calabria.
La proposta, che nasce da valutazioni sulla complementarità del porto di Saline Joniche rispetto agli altri porti calabresi dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, insiste sulla potenzialità data dal retroporto, che “presenta una ampia disponibilità di aree, al contrario fattore limitante per gli altri porti inseriti in contesti urbani”.
Per l’assessorato dunque “il valore aggiunto è quindi dato dall’area industriale del Corap, nella quale sono già insediate alcune attività industriali e vi è disponibilità di lotti di proprietà pubblica e privata in cui è possibile l’insediamento di ulteriori attività produttive, oltre alla presenza delle dismesse Ogr (Officine grandi riparazioni) di proprietà delle Ferrovie dello Stato, e in cui l’Università Mediterranea di Reggio Calabria intende realizzare il Campus Agapi (Area Grecanica Advanced platform for innovation), che fungerà da parco tecnologico e distretto di innovazione”.
“La proposta deliberata – afferma l’assessora– si inserisce in un quadro convergente di più azioni sinergiche, riguardanti il porto e il retroporto, che possono condurre alla rifunzionalizzazione dello scalo e a un rilancio economico dell’area, devastata dagli infruttiferi investimenti industriali del pacchetto Colombo degli anni 70, ripetendo un percorso del tutto analogo a quello che ha interessato l’area di Gioia Tauro negli anni 90”.