‘Ndrangheta. Mons Renzo: “ Boss lontani dai riti pasquali”

Vibo Valentia Attualità

Dopo la riunione del prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, con le forze dell'ordine ed il procuratore Mario Spaguolo sul problema dell'intromissione della 'ndrangheta nelle manifestazioni religiose e popolari, il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera e Tropea monsignor Luigi Renzo ha inviato un messaggio ai parroci con cui rinnova l'invito a tenere lontani i mafiosi dai riti pasquali, soprattutto dall'Affruntata, che si tiene il giorno dopo la Pasqua. "La Pasqua e i suoi riti memoriali, in particolare - scrive - non possono assolutamente convivere con fenomeni di mafia e mafiosita', di doppiezza di vita e quant'altro, ma gridano senza mezzi termini che e' finito il tempo dell'odio, della violenza, delle vendette, della disonesta', delle divisioni e spaccature spesso gravi dentro le stesse nostre comunita' parrocchiali". Il messaggio scritto dal vescovo e' indirizzato a tutte le parrocchie della diocesi. A Sant'Onofrio, un comune alle porte di Vibo, Mons. Renzo l'anno scorso aveva gia' sospeso la sacra rappresentazione dopo che il priore della Confraternita del Santissimo Rosario, Michele Virdo', aveva ricevuto delle minacce 'nranghetistiche per aver manifestato la volonta' non far portare sulle spalle dei boss i simulacri dei santi. Per il vescovo Renzo si tratta di "significative tradizioni popolari di forte suggestione e di grande fascino", da valorizzare al meglio e riqualificare "non tanto nella loro spettacolarita' gia' evidente, ma come occasione preziosa per educare i fedeli alla vita buona del Vangelo; una vita, cioe', scevra da comportamenti che distruggono e non costruiscono il bene comune, a discapito di un sereno vivere sociale". Il presule chiede quindi ai fedeli cristiani di "non lasciarsi espropriare di cio' che appartiene alla ricchezza e al patrimonio religioso del nostro popolo"; ai rappresentanti del clero, invece, "di essere piu' coraggiosi e uniti per dare segni nuovi di presenza e di speranza". A loro propone un "suggerimento pratico di rottura per certi andazzi impropri: affidare ai giovani che frequentano la parrocchia e sono veramente impegnati in un cammino di fede l'opportunita' di portare loro le statue e di renderli protagonisti anche nell'organizzazione nell'anno in cui la diocesi celebra "l'anno dei giovani" e con gioia intima noto che la Pastorale giovanile sta dando ottimi segnali di risveglio".