Operazione contro la prostituzione minorile, i nomi degli arrestati
Facevano prostituire alcune ragazzine del paese, con questa accusa sono finiti in manette gli 8 organizzatori a Corigliano Calabro. A scoprire il giro di prostituzione minorile sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, con l'operazione Flash market, mercato della carne. Le indagini erano state avviate ad agosto dello scorso anno. Secondo quanto accertato dai militari, gli indagati, sei uomini e due donne, avrebbero fatto prostituire bambine dall'età di dodici anni, facendole incontrare con uomini benestanti tra i 50 e i 70 anni. Due delle minori vittime del giro, avrebbero anche fatto prostituire le sorelle più piccole. Le tariffe per gli incontri erano dipendevano dall’esperienza sessuale della ragazzina, una delle quali sarebbe stata anche violentata. Una delle persone coinvolte procurava ai suoi clienti anche prostitute non minorenni, una delle quali sarebbe stata anche violentata. I dettagli sono stati resi noti in una conferenza stampa con il Tenente Colonnello Vincenzo Franzese, Comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Cosenza e Pietro Paolo Rubbo, Comandante della Compagnia dei carabinieri di Corigliano Calabro. Le tariffe andavano dai 250 euro per le ragazze vergini e scendevano fino ai 50 per quelle che avevano avuto più di un rapporto sessuale. In una caso, dimostrato dai militari, una delle bimbe fu violentata in gruppo, perché non voleva prestarsi all'atto sessuale. Tra i violentatori c'e' anche una persona non ancora identificata.
Agli arresti sono finiti il presunto organizzatore dello sfruttamento, Pietro Berardi, 47 anni, di Corigliano Calabro, il suo braccio destro, Natale Musacchio, 42 anni, e due donne, di cui non sono state rese note le generalità. E poi alcuni clienti: Giuseppe Russo, 68 anni, pregiudicato di Corigliano Calabro; Alberto Falbo, 70 anni, imprenditore di Longobucco; Leonardo Malfara', 69 anni, commerciante di Corigliano Calabro; Damiano Collefiorito, 51 anni, operaio di Corigliano Calabro.
Secondo i militari, i genitori delle bambine non erano a conoscenza dei fatti. "Le indagini non possono dirsi concluse, ma abbiamo voluto lo stesso bloccare quanto avveniva, per salvaguardare per quanto possibile le bambine" ha detto il Tenente Colonnello Vincenzo Franzese, Comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Cosenza. "C'era un vero tariffario: da 50 a 250 euro, che venivano pagati se la bambina era al suo primo rapporto sessuale" ha detto il capitano Pietro Paolo Rubbo, Comandante della Compagnia dei carabinieri di Corigliano Calabro. Indagini iniziate da un anno, poi i militari non ce l'hanno fatta più a sapere cosa accadeva senza intervenire. "E non possiamo raccontare tutto, non vi diciamo neanche i nomi delle ragazze coinvolte, che adesso sono maggiorenni ma che sono state prima vittime e poi carnefici delle loro sorelline più piccole". Un turpe traffico di carne umana, che veniva ceduta a maturi imprenditori della zona. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Rossano su richieste dei sostituti procuratori, Maria Vallefuoco e Vincenzo Quaranta.