Far West nel centro di Vibo: la voglia di rinascita porta in piazza tanta gente con Libera
Vibo Valentia ha voglia di rinascere. A dimostrarlo è proprio la nutrita partecipazione alla manifestazione che si è svolta nel pomeriggio di ieri ad una settimana esatta dal grave episodio che ha visto un giovane di 32 anni finire in ospedale con una ferita da arma da fuoco all’addome. (QUI)
Il ferimento – per cui è finito in arresto un 20enne (QUI) – è avvenuto in un vicolo del centro di Vibo e proprio dai lì è partita la mobilitazione che ha visto presenti esponenti della società civile e dell'associazionismo, politici, amministratori e molti ragazzi.
Un corteo “capeggiato” da Don Ennio Stamile, responsabile regionale di Libera,che ha dichiarato "non si deve abbassare la guardia né illudersi che gli arresti, per quanto importanti, possano risolvere i problemi”.
“La ‘ndrangheta - ha urlato il sacerdote – è una tela senza ragno. Bisogna coinvolgere le famiglie, le scuole, gli operatori culturali ad una nuova cultura che stracci questa tela”.
Per responsabile regionale di Libera occorre “lavorare su tutti i fronti in ogni campo per cambiare la cultura mafiosa ed omertosa”.
“Non cambierà mai nulla - ha aggiunto Don Ennio - se la società civile non si decide a dare un segnale concreto, a recidere questi legami illegali, e anche la chiesa deve fare la propria parte ovviamente”.
Dello stesso parere è Giuseppe Borrello, referente provinciale di Libera, che ha dichiarato: “è necessario che si faccia di più e si faccia meglio, è necessario, rispetto al grande lavoro che stanno portando avanti magistratura e forze dell'ordine che ognuno di noi sia protagonista della necessità di dare un proprio contributo”.
“Dopo i gravi fatti della scorsa settimana, questo territorio è ad un bivio - ha detto Borrello - dobbiamo capire se rassegnarci e far prendere il sopravvento a questo senso di sconforto oppure scegliere di proseguire verso un percorso di rinascita e di riscatto oggi in atto”.
Per il sindaco Maria Limardo, presente in prima linea alla manifestazione, “Questi fenomeni di violenza non appartengono alla nostra città. Abbiamo dunque – ha aggiunto il primo cittadino - tutti la necessità di fare fronte comune per evitare che i nostri spazi vengano presi da forze oscure”.
Al corteo, che hanno preso parte anche i parenti di alcune vittime della mafia, tra cui la madre di Francesco Vangeli e Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, nonché Martino Ceravolo, papà di Filippo.
Presente anche il sottosegretario al Sud, Dalila Nesci, che ha affermato: “La presenza dello Stato e delle istituzioni è importante per dare coraggio ai nostri e ai cittadini che non vogliono arrendersi”.