Omicidio nel Reggiano, giovane cutrese freddato con un colpo di pistola
Cadelbosco Sotto, frazione di Cadelbosco di Sopra: circa 2200 anime nella provincia di Reggio Emilia, a poca distanza anche da Parma. È qui che si è consumata la tragedia: le prime ricostruzioni degli inquirenti propendono verso un a lite degenerata.
Spunta una pistola, una 44 Magnum della Smith & Wesson (risultata rubata) con la quale il titolare di una ditta di ricambi pneumatici, la “Dante Gomme” in via Verga, il 70enne Dante Sestito, ieri pomeriggio, intorno alle 15.15, avrebbe fatto fuoco uccidendo il 28enne Salvatore Silipo.
Presunto assassino e vittima sono entrambi di origini calabresi, esattamente di Cutro, nel Crotonese: il primo residente però a Cadelbosco Sopra, nel Reggiano, il secondo a Santa Vittoria di Gualtieri.
Il 70enne, fermato già nella serata scorsa e condotto nella caserma di Guastalla, nella notte è stato portato a Reggio Emilia per essere ascoltato dai carabinieri del Nucleo Investigativo dei Carabinieri e dal Pm, ovviamente alla presenza del suo legale. L’uomo si è però avvalso della facoltà di non rispondere.
Sentiti anche il figlio del 70enne e il fratello della vittima, Francesco Sestito, quest’ultimo come testimone oculare della vicenda.
Al termine dell’interrogatorio Dante Sestito è stato dunque dichiarato in arresto con l’accusa di omicidio, ricettazione e porto illegale di armi e munizioni e per ora trasferito nel carcere del capoluogo emiliano. Sequestrata l'arma insieme a 18 colpi di cui uno esploso.
Tutta da chiarire, ancora, l’esatta dinamica dell’omicidio. Da quanto appreso la vittima avrebbe lavorato nella stessa officina fino a poco tempo fa.
Nel pomeriggio di ieri, e per motivi che sono ancora al vaglio degli inquirenti, il 28enne sarebbe tornato nella ditta. Qui sarebbe avvenuta la discussione con il titolare, alla presenza anche di rispettivi familiari.
Poi la pistola spara. Il cugino ed il fratello della vittima fuggono arrampicandosi sulla rete di recinzione che delimita il parcheggio dell’attività e riescono a fuggire.
Il cugino ferma una pattuglia dell’Arma locale, arrivata dopo una chiamata dei residenti che avevano sentito gli spari. I carabinieri intervengono e disarmano il 70enne.
L’attività si trova in un ampio capannone, diviso in due parti, con un negozio-reception, dove è avvenuta la tragedia mentre nella parte retrostante si trova l’officina.
Da quanto appreso Dante Sestito, titolare storico, pare non fosse assiduamente presente nella ditta, la cui gestione sarebbe stata portata avanti, giornalmente, dai figli Antonio e Francesco.
Salvatore lascia la moglie, Pina, e due figli: una bimba nata da pochi giorni ed un altro di circa due anni. La salma è stata posta a disposizione della Procura reggiana che coordina le indagini.