Operazione Crypto. Catturato latitante, era sparito dal giorno del blitz

Reggio Calabria Cronaca

È durata meno di tre mesi la latitanza di Alessandro Marigliano, 40enne su cui pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e che era irreperibile dal 14 settembre scorso.

Proprio quel giorno, infatti, la Guardia di Finanza, su ordine della Dda di Reggio Calabria, fece scattare - in Calabria, Sicilia, Piemonte, Puglia, Campania, Lombardia e Valle d’Aosta - l’operazione Crypto (QUI), che portò all’emissione di 57 ordini di arresto, 43 in carcere (tra cui quello a carico del 40enne) ed il resto ai domiciliari.

Marigliano è stato catturato dai carabinieri della Compagnia di Paola, che lo hanno rintracciato stamani alle 8 nell’abitazione della compagna, denunciata in stato di libertà per favoreggiamento, ad Amantea.

Gli inquirenti lo ritengono uno stretto collaboratore e persona di fiducia di Francesco Suriano, nipote dello storico boss di Amantea Tommaso Gentile.

La Direzione Distrettuale Antimafia dello Stretto sostiene che il gruppo amanteano farebbero parte di presunti narcos che smisterebbero fiumi di droga lungo la costa del Tirreno cosentino.

L’inchiesta Crypto avrebbe fatto luce proprio su una struttura che gli inquirenti hanno definito allora “complessa” e dall’organizzazione aziendale, che sarebbe stata capace di importare nel nostro paese grossi quantitativi di cocaina e di smistarla grazie alla disponibilità di mezzi e strumenti “dedicati” (QUI).

Un’attività che sarebbe avvenuta sotto il “cappello” delle più importanti cosche di ‘ndrangheta del reggino: i Molè-Piromalli e i Pesce-Bellocco.