Cos’è l’hashish legale e quali caratteristiche presenta

Calabria Tempo Libero

Tra le sostanze ritenute stupefacenti, e quindi illegali, in molti paesi figura anche l’hashish. Quello che volgarmente viene chiamato anche ‘fumo’ è un particolare derivato della cannabis ed è caratterizzato da un'elevata concentrazione di THC (acronimo di tetracannabinolo), un composto organico che, se assunto in grandi quantità, può determinare effetti psicotropi.

Caratteristiche dell’hashish ‘comune’

Dal punto di vista fisico, l’hashish appare come una resina dalla consistenza gommosa e leggermente collosa.

La sostanza viene ricavata raccogliendo la secrezione resinosa prodotta dalle infiorescenze femminili della pianta di cannabis; buona parte della resina è costituita dai tricomi, ossia le appendici fungiformi di colore biancastro presenti sulla superficie dei fiori. Essi contengono un alto tasso di cannabinoidi (tra cui il THC) e altri composti organici tipici della canapa; ragion per cui, contribuiscono ad amplificare i potenziali effetti psicoattivi della sostanza, che risultano più potenti e persistenti rispetto a quelli provocati dalla marijuana. La caratteristica pigmentazione scura dell’hashish, che varia dal color ambra a tonalità di marrone piuttosto scuro, deriva dal processo di ossidazione dei tricomi che subentra dopo la raccolta della resina o dell’intera pianta.

L’hashish viene oggi prodotto in diverse parti del mondo, e non solo nei paesi che hanno una consolidata tradizione di consumo, utilizzando tecniche differenti. Quella più antica (e più semplice) consiste nell’estrarre la resina sfregando le infiorescenze tra le mani; l’attrito fa sì che il residuo resinoso si raccolga sul palmo della mano, da dove viene poi raccolto per formare delle piccole sfere. Un’altra tecnica, invece, prevede che le piante vengano raccolte ed essiccate, per poi setacciare e pressare i residui, così da ottenere la resina. I processi di produzione industriale, invece, fanno ricorso a tecniche più sofisticate, caratterizzate dal ricorso ad agenti naturali (idrogeno) o solventi chimici.

Cos’è l’hashish legale

A seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 242 del 2016, finalizzata alla promozione della filiera produttiva della canapa, sono approdati anche in Italia i derivati ‘light’ della cannabis. Si tratta di una denominazione di carattere prettamente commerciale, utilizzata per identificare in maniera informale quei prodotti ottenuti dalla lavorazione della canapa sativa L., la sola varietà che, al momento, è possibile coltivare sia in Italia che nel resto della Comunità Europea. Affinché tali prodotti vengano considerati legali, è necessario che siano ricavati da canapa coltivata mediante sementi certificate e, cosa più importante, presentino un tasso di THC estremamente basso. Nello specifico, la normativa attualmente in vigore individua in 5mg/kg la concentrazione massima di tetracannabinolo consentita.

Pertanto, l’hashish legale è quella sostanza ottenuta dalla lavorazione della cannabis sativa L. proveniente da piantagioni certificate e con un tasso di principio attivo non superiore allo 0,5% (rispetto al peso totale). Viene anche comunemente indicato come ‘light’, in riferimento al fatto che, per via del contenuto quasi nullo di THC, non induce effetti psicotropi né causa dipendenza. Ciò nonostante, per avere le necessarie garanzie circa la sicurezza e la conformità del prodotto, è bene affidarsi ad e-commerce specializzati come High on life weed; più in generale, vanno evitati canali di vendita poco trasparenti, per evitare possibili ripercussioni.

Le caratteristiche dell’hashish light

Fatta eccezione per l’assenza di effetti psicotropi, l’hashish light è molto simile a quello comune ad alto tasso di THC. In particolare, il profilo aromatico resta quasi lo stesso; il profumo è molto intenso, leggermente acre, con note speziate e piccanti su una base di aromi naturali quali legno, terra e agrumi. Per quanto riguarda il contenuto di cannabinoidi, invece, i produttori di hashish light riescono a ricavare un derivato ricco di CBD (cannabidiolo), un composto organico non attivo, ossia incapace di provocare effetti stupefacenti o causare assuefazione e dipendenza.