I giovani e la Calabria: ad andare via sono i laureati

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È da quando è stata conseguita l’Unità d’Italia che si sente parlare di quella definita come “la questione meridionale”. Un fenomeno che pone al centro il divario tra Nord e Sud della Penisola: il primo a farvi i conti è stato Camillo Benso conte di Cavour.

Già alla fine dell’Ottocento erano evidenti le disparità all’interno del nuovo Stato, legate a consuetudini ormai stratificate da secoli nel Regno delle Due Sicilie e accentuate successivamente dallo sviluppo del brigantaggio.

Ciò ha portato una costante nella storia nazionale: l’emigrazione di una fetta considerevole della popolazione del Meridione. La Calabria è, sotto questo punto di vista, una delle regioni che ha maggiormente contribuito.

Se però fino a non molti anni fa a lasciare le proprie case erano le persone alla ricerca del pane, potremmo dire, pronte a fare i lavori più umili per sostenere la famiglia, oggi non è più così. Ad andare via sono un ampio numero di giovani, qualificati però.

Una cambiamento che ha visto una svolta intergenerazionale senza precedenti, a fronte di una tendenza sempre inscrivibile nella “Questione Meridionale”, ma in maniera ben diversa dal passato.

Come cambiano le generazioni in Calabria

Sacrificio, passione, testardaggine. Questi sono alcuni dei tratti che contraddistinguono i calabresi, nel bene e naturalmente anche nel male.

Ciò li porta a cercare un vissuto migliore possibile, nonostante le difficoltà legate a un territorio non sempre facile, basti pensare alla parte montuosa bellissima e allo stesso tempo impervia, e a consuetudini ormai quasi inespugnabili.

Lasciare la propria terra è qualcosa che risulta difficile: lo era per le generazioni di ieri e lo è per quelle di oggi.

Eppure per molte persone è spesso necessario. Se fino a non molto tempo si andava via per semplice sopravvivenza, oggi lo è per sfuggire a un contesto che non dà opportunità di realizzazione personale.

Qual è la situazione dei giovani calabresi? Secondo quanto riportato dai dati Eurostat, oltre 3 su 10 con età compresa tra 18 e 24 anni non lavora, non si impegna a cercare attivamente un’occupazione, non studia né intraprende un percorso di formazione.

Un fenomeno definito dagli addetti ai lavori come Neet (Not in education, employment or training), che caratterizza il 36,7% del target.

Non è l’unico dato degno di interesse. Secondo Bankitalia la Calabria è al primo posto per l’invecchiamento della popolazione e il tasso di emigrazione: due fattori tra loro correlati.

Ad andare via sono soprattutto le persone tra i 15 e i 65 anni, quelle produttive. Ma il vero primato negativo, ed è qui la differenza rispetto al passato, sta nel fatto che la Calabria rappresenta la regione in cui a emigrare è il numero più alto di giovani laureati.

Questo ha un fortissimo impatto economico e culturale sul territorio, i cui fattori di criticità secolare appaiono ancora più accentuati.

Una generazione digitale

Rispetto al passato c’è un tratto che contraddistingue il rapporto tra le generazioni e ha segnato un vero e proprio spartiacque. Parliamo della Rivoluzione Digitale, un fenomeno arrivato anche nel Sud del Paese e in Calabria.

Ciò riguarda tutti gli ambiti della vita: formazione, lavoro e persino tempo libero. I ragazzi sono quelli che più ne percepiscono gli stimoli.

Sotto questo punto di vista, se una volta si era soliti cercare un po’ di svago presso le realtà in presenza, con l’introduzione dei casinò online i giovani si avvalgono dei giochi da tavolo in diretta online, di più facile accesso e in grado di offrire comunque una dimensione relazionale.

Il fenomeno ha registrato un’accelerazione durante la pandemia, durante la quale l’utilizzo delle soluzioni online ha dato respiro a molte persone, sotto tutti i punti di vista.

La digitalizzazione ha anche permesso di poter instaurare collaborazioni di lavoro da remoto e ha registrato l’affermazione di nuove professioni.

Non a caso diversi giovani calabresi tornano ogni volta che possono, lavorando in smart working e talvolta persino trasferendosi (ma è ancora alquanto raro).

Le soluzioni legate al web hanno cambiato il modo di vivere delle persone a tutti i livelli e persino il modo di emigrare.

Prima ci si recava da un conoscente, da un parente, da un amico. I giovani d’oggi reperiscono le informazioni online, sanno già come muoversi prima di raggiungere il Nord Italia o l’estero, sono più qualificati e preparati.

Ad andare via è quel tesoro che la Calabria ha costruito nel tempo. Perché le Università formano, a mancare sono le opportunità e gli scenari con cui realizzarsi. Ecco perché i giovani più preparati vanno via.