Operazione “Christmas Money”: quattro assoluzioni e una condanna

Cosenza Cronaca

Quattro assoluzioni per non aver commesso il fatto e una condanna: questo l’esito finale del lungo processo che aveva visto coinvolti cinque rossanesi nell'ambito dell'operazione denominata Christmas Money (QUI).

Il Tribunale di Castrovillari, nei giorni scorsi, accogliendo le tesi della difesa, all’esito di un processo articolatosi in numerose udienze, ha infatti ritenuto colpevole il solo Alfonso Ammirato, di 37 anni, comminandogli una pena di 3 anni e 9 mesi di reclusione e, al contempo, ha assolto Giuseppe Abastante, 26 anni; Giuseppe Barbieri, 26; Mario Buontempo, 30; e Massimo Manisco, 37; per non aver commesso il fatto.

IL FATTO

Il 12 dicembre 2017, gli agenti del Commissariato di Rossano, gli uomini della volante di Cosenza e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, avevano arrestato, con l’operazione “Christmas Money”, cinque persone, accusate di estorsione aggravata continuata in concorso e rapina (QUI).

A novembre 2017 una delle vittime, un cittadino pachistano, aveva richiesto l’intervento della polizia per un’aggressione nella sua attività commerciale, nei suoi confronti e anche di un concittadino presente nel locale.

Il negoziante aveva raccontato delle richieste estorsive che sarebbero state avanzare da Ammirato, con minacce di morte.

I due stranieri vennero brutalmente aggrediti a calci e pugni, tanto da dover ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso.

Le indagini successive avevano portato a ricostruire altri episodi estorsivi, subiti nel corso del tempo e seguiti da danneggiamenti all’attività commerciale.

Le investigazioni si conclusero quindi con l’emissione di una serie di misure cautelari e i cinque, accusati di essere i responsabili materiali delle richieste estorsive e delle lesioni, erano stati tratti in arresto e condotti nel carcere di Castrovillari.

Il difensore, l’avvocato Ettore Zagarese, da subito aveva contestato sia la regolarità delle attività di riconoscimento da parte delle presunte vittime degli accusati, costituitesi parte civile con i colleghi Paola Bruno e Antonio Parrilla, che l'aver commesso il fatto, tanto da ottenere l'annullamento della misura da parte del Tribunale del riesame di Catanzaro, misura poi ripristinata in quella però più blanda degli arresti domiciliari dalla Corte di Cassazione

Nei giorni scorsi, accolte le tesi della difesa, il Tribunale di Castrovillari si è pronunciato sentenziando quattro assoluzioni e una sola condanna.