Giornata mondiale delle zone umide, escursione al lago di Ariamacina
“Valorizza, gestisci, ripristina, ama le zone umide”. Con lo slogan della campagna globale del world Wetlands day Legambiente ha organizzato un’escursione sulle ciaspole al lago di Ariamacina. La ricorrenza, che si celebra il 2 febbraio, serve per ricordare l’anniversario della “Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale”, firmata a Ramsar (Iran) nel 1971 e sottoscritta finora da 170 Paesi.
La tutela e la valorizzazione delle zone umide rappresenta un impegno costante per Legambiente che attraverso queste iniziative promuove eventi per ricordare l’importanza delle aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d’acqua, permanenti o transitorie, comprese zone di acqua marina (con meno di 6 metri di profondità). Si tratta di ecosistemi con un altissimo grado di biodiversità che accolgono e conservano una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati e ambienti significativi per il raggiungimento degli obiettivi europei e mondiali al 2030 nella stabilizzazione delle emissioni di gas serra e nella mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici.
Anche la Sila custodisce una significativa varietà di ecosistemi acquatici e di biodiversità non ancora adeguatamente conosciuta e valorizzata. Per questa ragione Legambiente attraverso queste iniziative punta alla tutela dei laghi e dei fiumi silani ricchi di biodiversità ma estremamente fragili a causa dell’inquinamento, dell’agricoltura intensiva e del pascolo abusivo, dall’eccessivo sfruttamento della risorsa idrica per finalità energetica, dagli impatti delle specie faunistiche invasive, dalla pesca illegale e dall’utilizzo turistico inadeguato di questi ambienti. Tutte cause che, amplificate dagli effetti del cambiamento climatico, hanno un impatto diretto sulle specie e habitat tutelati e sulla risorsa idrica sempre più carente.
“La Strategia Europea per la Biodiversità ci ricorda che entro il 2050 il 90 % dei terreni sarà notevolmente alterato e che l'85 % delle zone umide è già stato perso”, e Legambiente osserva con “preoccupazione che alcune zone umide di origine antropica (come i laghi silani) sono soggette a costanti pressioni a causa della gestione inadeguata della risorsa e di talune specie protette di uccelli e mammiferi. La Strategia sostiene con forza gli obiettivi di proteggere entro il 2030 almeno il 30 % delle aree marine e terrestri dell'Unione, che includono anche ecosistemi acquatici e zone umide”.
L’associazione ha formulato altre richieste, come quella di “aumentare la percentuale di aree protette istituite con la nascita del Parco fluviale regionale del Fiume Neto, anche la designazione di nuove Zone umide secondo la Convenzione di Ramsar e una di queste potrebbe essere proprio il Lago di Ariamacina che potrebbe ambire a questo riconoscimento internazionale, oltre ad avere una gestione più attenta e una valorizzazione più in linea con i valori di biodiversità che conserva”.