Caro bollette e legge Fornero, PrC si mobilita: annunciati due giorni di protesta
Due giornate di mobilitazione nell’ambito della campagna contro gli aumenti delle bollette e il ripristino della legge Fornero avviata nello scorso dicembre. È quanto annuncia il Partito della Rifondazione Comunista che in una nota fa sapere che scenderà in piazza il 12 e 13 febbraio.
“Saremo presenti in decine di piazze in tutta Italia con i nostri striscioni, le bandiere e i volantini e una raccolta firme contro gli aumenti delle bollette e il carovita che colpiscono in modo durissimo i ceti popolari e i lavoratori italiani già stremati da salari e pensioni tra i più bassi d’Europa, spesso da fame, precarietà diffusissima e disoccupazione.” Diciarano in una nota Mimmo Serrao, Segretario Regionale PRC Calabria, e Antonio Campanella, Responsabile Lavoro PRC Calabria.
“Vogliamo dire basta a una rapina sistematica su salari e pensioni che – aggiungono Serrao e Campanella - oggi si avvale di un’inflazione al 4,8% per scaricare sui lavoratori gli effetti nefasti delle liberalizzazione e della speculazione sui prezzi. Vogliono farci credere che gli aumenti delle bollette derivano dalla transizione ecologica, in realtà siamo di fronte al fallimento della liberalizzazione e della privatizzazione del settore energetico.
Ci mobilitiamo – proseguono - per pretendere che il Governo intervenga immediatamente contro il caro bollette – bloccando gli aumenti come in Francia e in Spagna; tagliando i profitti delle grandi aziende che distribuiscono e vendono il gas e l'energia elettrica; colpendo la speculazione finanziaria sui meccanismi di formazione dei prezzi di gas ed elettricità; eliminando oneri di sistema obsoleti, dare finalmente un taglio ad accise, addizionali regionali e iva, tasse pagate in prevalenza dai ceti popolari.”
“Raccoglieremo anche le firme – chiosano Serrao e Campanella - contro il ripristino della legge Fornero sulle pensioni, su cui proprio questi giorni si discute nei tavoli tra governo e sindacati, avanzando le nostre proposte per: la pensione a 60 anni o con quaranta di contributi; per le donne, pensione a 55 anni o 35 di contributi; non più pensioni sotto i mille euro; l’adeguamento integrale delle pensioni all’inflazione.
Le firme raccolte – concludono - verranno utilizzate per promuovere e sostenere ordini del giorno nei consigli comunali e consegnate ai prefetti per farle arrivare al governo.”