Sanità, Cuzzupi (Ugl): “Mentre si parla la gente muore”
“La sciagura che ha colpito la comunità calabrese e in particolare quella della piccola cittadina di Mesoraca ha fatto sì che per qualche ora la drammatica situazione della Sanità calabrese assurgesse agli onori (o meglio disonori) della cronaca. Un vento passato come una rasoiata sulle coscienze di tanti, ma che oltre le parole, gli intendimenti e le buone intenzioni ha già lasciato il campo a chiacchiere di circostanza e alle solite promesse del “faremo e diremo” di cui, purtroppo, la storia regionale è piena.”
Le parole del Segretario Confederale della UGL Calabria, Ornella Cuzzupi, lasciano pochi spazi alle interpretazioni: “L’UGL Calabria è da sempre impegnata a denunciare il balletto a cui il teatrino della politica si presta mostrando un volto comprensivo e volenteroso ma lasciando al collasso la Sanità calabrese. Una denuncia che forse preoccupa perché mai nessun confronto diretto o risposta è arrivata. Il Presidente Occhiuto qualche giorno fa, in una trasmissione televisiva, ha detto che di Mesoraca in Calabria ve ne sono a decine. Sì, caro Presidente, e questo è solo una parte della vergogna in cui versa la Sanità della nostra terra. Certo, tra meno di quindici giorni occorrerà presentare i progetti (sono pronti?) per accedere alle risorse del PNRR; altre idee - quale quella di trasformare gli hub vaccinali in sedi per la medicina di prevenzione - si affacciano a popolare l’immaginario collettivo; ma intanto? Ecco, questo è il problema, caro Presidente, quel tragico “frattempo” che da sempre riempie di un vuoto angosciante i giorni della Sanità calabrese e che produce dolore e, diciamolo chiaramente, anche benefici per certi interessi oscuri”. Qui non si tratta solo di appalti o di mancanza di programmazione tesa a tutelare chissà quali vergognose logiche, qui è la nostra gente che muore di fronte all’inconsistenza criminale di un sistema!”
Il Segretario Cuzzupi insiste nel suo richiamo alla concretezza e alla fretta: “Occorre, senza perdere ulteriore tempo, liberarsi da una burocrazia opprimente che pare servire solo a dar vita a pratiche discutibili e avviare le assunzioni necessarie per il comparto Sanità. Occorrono medici, infermieri, tecnici specialisti, è questa la prima, vera urgenza. Poi si determini il resto ma, senza questo passaggio fondamentale per l’assistenza al territorio, si rischia di creare cattedrali nel deserto e una Sanità sempre, maledettamente più lontana dai cittadini. Strutture funzionali, in attesa di creare “nuove svizzere”, possono essere trovate senza troppi sforzi ma se non c’è personale idoneo ci si può inventare di tutto, quel che rimarrà saranno solo le lacrime della nostra terra!”