Danneggiamento e tentata estorsione, condanna per collaboratore di giustizia
Un anno, cinque mesi e dieci giorni di reclusione per Santo Mirarchi. Il gup di Catanzaro ha infatti deciso di condannare il collaboratore di giustizia a pagare una multa di duemila euro nel processo con rito abbreviato in cui Mirarchi è accusato di tentata estorsione e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso.
Nel 2015, per l’accusa, insieme e Santo Gigliotti avrebbero tentato di farsi consegnare dall’imprenditore catanzarese Antonio Amendola delle somme di denaro, circa 2 o 3mila euro, per sostenere le spese di mantenimento dei detenuti a Natale, Pasqua e Ferragosto.
Mirarchi è inoltre ritenuto responsabile di aver danneggiato la proprietà di Amendola dal momento che avrebbe rubato la recinzione dei capannoni dell’imprenditore. L’imputato avrebbe poi asportato e buttato nella fiumara 80 paletti di ferro e circa 150 metri di recinzione.
L’aggravante del metodo mafioso deriva dal fatto che Mirarchi è considerato il referente su Catanzaro del gruppo mafioso Arena di Isola Capo Rizzuto.