Commercianti ed imprenditori “strozzati”: cinque arresti nel catanzarese e crotonese

Catanzaro Cronaca

Usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, reati commessi a Cropani e con l’aggravante del metodo mafioso.

È quanto la Dda di Catanzaro contesta, a vario titolo, a cinque persone, rispettivamente di Cropani, nel catanzarese, ed Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, stamani finite in manette: per quattro di loro si è spalancato il carcere mentre per un’altra sono stati disposti i domiciliari.

GLI INDAGATI

A finire tra le sbarre sono stati due soggetti di Cropani, il 46enne Carmine Bianco ed il 44enne Santino Tropea; ed altrettanti di Isola, Saverio e Salvatore Capicchiano, rispettivamente di 51 e 31 anni. Ai domiciliari, invece, il 44enne Salvatore Bianco, di Cropani.

L'INDAGINE

L’indagine che ha portato stamani agli arresti, denominata non a caso operazione “Cashback”, è partita esattamente due anni fa, nel febbraio 2020.

È stato allora infatti che un piccolo esercente locale denunciò di essere vittima di una usura avendo ottenuto un prestito di denaro per il cui “rimborso” sarebbe stato costretto a pagare un tasso di interesse mensile pari al 13,75% dell’importo finanziato.

Da qui, quindi, hanno avviato le investigazioni i carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, proseguite con un’attività tecnica.

I militari hanno così portato alla luce altre presunte usure ai danni di altri sei soggetti che, attraversando un momento di difficoltà economica, aggravata ulteriormente dall’emergenza pandemica, erano state costrette a ricorrere a questi canali di credito.

Per questo si è delineata anche la contestazione del reato di abusivo esercizio del credito: l’ipotesi è che gli indagati abbiano concesso prestiti a esercenti, ristoratori, artigiani e piccoli imprenditori ma anche ad impiegati, con tassi d’interesse mensile compresi tra il 10% e il 20% del capitale.

Reati che secondo gli inquirenti sarebbero stati compiuti inoltre “avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo” alle cosche della ‘ndrangheta locale e in alcuni casi per agevolare l’attività di uno dei clan del territorio. Da qui l’aggravante del metodo mafioso.

L’OPERAZIONE è stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina che hanno eseguito la misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo di regione.