Imprenditore costretto a pagare interessi del 180%. Otto arresti per usura ed estorsione
Otto persone sono state arrestate dalla Squadra Mobile di Catanzaro con l’accusa di usura ed estorsione aggravate dalla metodologia mafiosa nei confronti di un imprenditore della ristorazione con attività in un noto villaggio turistico di Cropani, sulla costa ionica catanzarese.
LE INDAGINI, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, avrebbero accertato che la vittima dei presunti estorsori sarebbe stata obbligata al pagamento di interessi fino al 180% annui dal 2011 ed era stata costretta a cedere anche beni strumentali dell’azienda per far fronte alle pressanti richieste degli aguzzini, che di recente erano sfociate in pestaggi e anche in minacce nei confronti dei suoi familiari.
I particolari dell’operazione saranno resi noti durante una conferenza che si scolegarà presso la Questura di Catanzaro, alle ore 11.
h 13:48 | Pestaggi, minacce di morte e ritorsioni di ogni genere. Subite per due prestiti ottenuti da altrettanti gruppi criminali. Vittima un piccolo ristoratore della provincia di Catanzaro, finito nelle mani di due gruppi che ora sono accusati, a vario titolo, di concorso nei reati di usura ed estorsione, con l'aggravante della metodologia mafiosa per alcuni episodi. L'operazione è stata condotta dalla squadra Mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti, che ha raccolto la denuncia dell'uomo. Dalle indagini è emerso che gli episodi sarebbero avvenuti dal 2011 in poi ed ancora in corso, con collegamenti diretti tra alcuni degli arrestati e la criminalità organizzata della provincia di Crotone. In carcere sono finiti: Giuseppe Tropea, 36 anni, di Cropani, e Salvatore Macrì, 45, residente a Sersale; agli arresti domiciliari sono andati: Renzo Tropea, 29 anni, di Cropani; Carmine Tropea, 27, di Cropani; Rosetta Esposito, 37 anni, moglie di Giuseppe Tropea; Domenico Esposito, 35 anni, residente a Sersale e fratello di Rosetta Esposito.
L'obbligo di dimora nel comune di residenza è stato imposto nei confronti di Vincenzo Talarico, 61 anni, di Sersale, mentre il divieto di dimora nel comune di residenza è stato disposto per Antonio Talarico, 50 anni, di San Pietro Apostolo. Nel corso delle indagini, è stato accertato che per due distinti prestiti di denaro di 10.000 euro, nonostante la restituzione dell'intera somma capitale, l'imprenditore era stato costretto a pagare interessi variabili tra il 150% e il 180% annui, nonché alla cessione di beni strumentali utilizzati per la gestione dell'attività di ristorazione per un valore di alcune decine di migliaia di euro.
I particolari dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta in Questura, alla presenza del procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, del questore, Guido Marino, del capo della Mobile, Rodolfo Ruperti. Le richieste usurarie si sono concretizzate, in tempi recenti, anche con episodi di violenza e minacce nel domicilio della vittima, e nei confronti dei suoi familiari. In diverse occasioni, infatti, alcuni dei soggetti finiti nell'indagine si erano presentati direttamente a casa dell'uomo o nel suo paese di residenza, percuotendolo e minacciandolo di ucciderlo. In un caso erano entrati nella stessa abitazione della vittima, con minacce e aggressioni, incuranti del fatto che ci fossero gli altri componenti della famiglia, compreso i due figli.
Gli usurai avevano evidenziato anche l'intendimento di acquisizione di beni immobili dell'imprenditore. Le attività della squadra Mobile hanno permesso di appurare che a capo della famiglia Tropea ci sarebbe Giuseppe, quindi i fratelli minori, la moglie dello stesso Giuseppe e il cognato Domenico. Vincenzo Talarico sarebbe stato, invece, l'anello di collegamento tra i gruppi Macrì e Tropea, con i contatti che gli stessi avrebbero avuto con le cosche del crotonese. Nell'abitazione di Domenico Esposito sono state rinvenute anche, nel corso della perquisizione, sei dosi di cocaina, per un peso complessivo di 4,7 grammi, un bilancino di precisione, 8 cartucce calibro 7,62 e dieci cartucce calibro 38.
Per questo è stato anche deferito per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e possesso illegale di munizioni. Nel corso dell'operazione sono stati eseguiti sequestri preventivi per equivalente nei confronti di alcuni degli arrestati relativamente alle somme accertate essere capitale del prestito usurario, pari ad alcune migliaia di euro.(AGI)
h 15:17 | E' stata una trasmissione televisiva contro il racket, e poi la decisione di rivolgersi ad un'associazione, a spingere il piccolo imprenditore della provincia di Catanzaro a denunciare i suoi aguzzini e a fare scattare l'operazione "Breccia" condotta dalla squadra Mobile di Catanzaro, con otto persone coinvolte in un'ordinanza firmata dal gip Assunta Maiore. La vittima aveva provato a prendere in gestione la ristorazione e alcune strutture di un villaggio turistico di Cropani Marina ma, secondo le indagini, avrebbe avuto subito a che fare con Giuseppe Tropea, 36 anni, e con gli altri componenti della sua famiglia. In prima battuta il gruppo avrebbe tenuto in gestione parte delle strutture che, invece, erano state fittate dalla vittima, promettendo di dividere gli incassi, senza che questo sia mai avvenuto. Poi un primo prestito usuraio ottenuto da Tropea ed un secondo da Salvatore Macri', 45 anni, di Sersale. Da qui l'inizio di un calvario, fatto di continue minacce, ma anche di violente aggressioni fisiche. L'imprenditore avrebbe ceduto sempre alle richieste dei suoi aguzzini, fino a vendere l'oro di famiglia, subendo anche la richiesta di cedere parti delle sue proprietà, oltre alla cessione avvenuta di parte dei beni dell'azienda. Minacce avvenute in alcuni casi anche facendo notare i collegamenti con una cosca della provincia di Crotone che avrebbe una diretta influenza sulla zona di Cropani Marina e dell'Alto Jonio. (Agi)