Violenza domestica e di genere, istituzioni unite per progetti di reinserimento
Il cosiddetto Codice Rosso, ha previsto per il catalogo di reati che costituiscono manifestazioni di violenza domestica di genere un ulteriore condizione per l’accesso alla sospensione condizionale della pena subordinando la concessione del beneficio alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per i medesimi reati. L’entrata in vigore della norma offre al Tribunale di Paola, nella persona del suo presidente Paola del Giudice, e al Cif, Centro italiano femminile della provincia di Cosenza, presidente Concetta Grosso e grazie all’ausilio del criminologo, psicologo, Sergio Caruso, di sperimentare un rapporto convenzionale di collaborazione per l’organizzazione di percorsi di recupero gratuiti in favore degli autori di reati familiari e di genere. Nei giorni scorsi la stipula.
“Il Cif è da sempre impegnato in ambito sociale, culturale e, in ambito nazionale, contro la violenza sulle donne. La legge 69 del 2019 sul ‘Codice Rosso’ sancisce che la sospensione condizionale della pena del reo è subordinata a specifici percorsi di recupero" ha affermato Concetta Grosso. "Questo è ciò che il Centro italiano Femminile si accingerà a realizzare con professionisti di comprovata esperienza. Verranno messi in campo percorsi individuali e di gruppo secondo fattori relazionali e culturali. L’obiettivo è quello di cercare di evitare la recidiva per ciò che concerne i reati di violenza di genere e domestica".
Un progetto innovativo e sperimentale quello sottoscritto, che impegna l’associazione a fornire, a titolo gratuito, una pluralità di risposte ed interventi atte ad affrontare, il fenomeno della violenza di genere non soltanto dal lato della difesa e protezione della vittima ma anche da parte del condannato favorendo il suo recupero e il suo reinserimento sociale.
Secondo il criminologo e psicologo, Sergio Caruso, sono fondamentali i progetti ed interventi e azioni concrete. "Dal punto di vista psicologico è stato ampiamente dimostrato che basta un’attività di rieducazione, un sostegno per far abbassare i conflitti e fare in modo che chi commette violenza possa recuperare. Non bisogna intervenire solo sulla repressione con pene più severe in certi casi. Dal punto di vista psico-sociale dobbiamo trovare quelle soluzioni che permettono di abbattere la violenza di genere, passando da tre fasi: la prevenzione, l’intervento sulle vittime e la rieducazione del reo".
Il Tribunale di Paola, da parte sua, visto il numero di reati in significativo aumento ha sempre considerato suo compito, in applicazione delle normative nazionali e sovranazionali, prestare specifica attenzione al fenomeno della violenza domestica e di genere in tale prospettiva sono state adottate diverse iniziative sul tema che vanno dalla mediazione familiare alla partecipazione e collaborazione con enti, scuole, associazioni, case circondariali.
"Questo accordo significa offrire ai condannati per reati di violenza di genere, che possono beneficiare della sospensione condizionale della pena, un percorso di recupero psicoterapeutico per evitare la carcerazione e inserirsi, pienamente, nell’ambito sociale" ha affermato Paola Del Giudice. "Il risultato che si attende, in attesa di necessari interventi legislativi, è di rendere non soltanto possibile ma anche proficua l’applicazione dell’utile strumento di ‘prevenzione sociale’ messo a disposizione dal legislatore e contenere così il pericolo di recidivante, che per la tipologia di reati in esame è molto alta".
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della sezione penale del Tribunale paolano, Alfredo Cosenza, presente alla sottoscrizione del protocollo. "È un aspetto molto importante. Siamo contenti di essere gli apripista e auspichiamo che anche gli altri Tribunali ci seguano in tal senso e realizzino iniziative del genere".