Pnrr, Cavallaro (Cisal): “Intervenire su enti locali del sud”
"L’assegnazione del 40% delle risorse del Pnrr al Sud rappresenta un aspetto programmatico sul quale occorre vigilare, anche attraverso meccanismi di correzione in grado di compensare eventuali ritardi delle amministrazioni del Mezzogiorno. Lo ha messo nero su bianco anche la Corte dei Conti parlando di lento rafforzamento delle strutture tecniche di progettazione e gestione del piano che sta creando grossi problemi soprattutto agli enti locali del Sud". Lo ha detto il Segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, aprendo la conferenza stampa su Pnrr e Sud, promossa dal sindacato autonomo, svolta nella sala Caduti di Nassirya al Senato.
"Parliamo di Regioni, Comuni, in balia di dissesti finanziari, apparati burocratici fragili, carenza di risorse umane e di professionalità necessarie alla gestione delle varie attività previste. È lì che bisogna puntare i riflettori" prosegue Cavallaro. "Il blocco del turnover, delle stabilizzazioni, delle progressioni verticali ha messo in ginocchio, soprattutto al Sud, le amministrazioni pubbliche dove, tra l’atro, si registra un’età media vicina ai 55 anni. È evidente che la partita, in queste condizioni, non si può vincere. I bandi su asili nido, riciclo rifiuti e recupero beni confiscati, prorogati perché mancavano i progetti, ne sono l’esempio più lampante".
"Sulla pianificazione e progettazione dei fondi del Pnrr al sud siamo in ritardo ma ancora possiamo e dobbiamo recuperare. Dobbiamo farlo subito. O anziché ridurre il gap tra Nord e Sud spaccheremo ancora di più il Paese in termini economici e sociali" prosegue Cavallaro. "Spopoleremo i territori. Costringeremo i giovani a scappare al nord. Come prima del Pnrr. Anzi, più di prima. Qui non c’è appello: chi è preparato ai compiti complessi di pianificazione e progettazione prenderà il treno Pnrr. Chi no, lo perderà e si ritroverà più indietro di prima. Ben vengano tutte le iniziative intraprese dal governo a supporto. Ma non basta".
"Crediamo sia fondamentale la instaurazione di una forte interazione tra governo centrale, regioni, imprese, sindacati, enti locali che riallinei gli squilibri creati negli anni da scelte sbagliate, in termini di politica economica, occupazionale e sociale. Bisogna proseguire nello sviluppo di un percorso che assicuri vigilanza, legalità, semplificazione e capitale umano, per trasformare nei tempi e nei modi giusti le risorse in azioni concrete, in cantieri, in opere, in servizi duraturi, che attirino anche gli investimenti privati" afferma in conclusione. "Solo così possiamo immaginare una ripresa dei consumi che sconfigga la debolezza figlia di salari più bassi, disoccupazione, ed eccessiva flessibilità del mercato del lavoro e part time involontari".