Cosenza. Asportato tumore da record: pesa 7,5 chili
"Mia moglie sembrava incinta ma non era possibile, ed a fare aumentare la sua pancia, da diversi mesi un tumore maligno che ora è stato asportato".
A farlo sapere è un residente nel cosentino che ha voluto rendere pubblico il caso di sua moglie 58enne alla quale è stato asportato un tumore record dal peso di 7,5 chili da una equipe medica dell'Annunziata di Cosenza. Intervento che è stato il frutto della collaborazione multidisciplinare di diversi professionisti, medici e chirurghi che lavorano nell’Azienda.
"Ancora non riesco a crederci, anche dopo aver visto le foto dell’intervento, e voglio raccontare a tutti questa incredibile storia" prosegue l'uomo nella sua nota. "Mi è stato detto che si trattava di un tumore maligno a partenza dal retroperitoneo che aveva invaso il rene destro e parte dell’intestino".
La paziente aveva notato, da luglio dello scorso anno, uno strano gonfiore della pancia ma lo aveva attribuito agli effetti dei farmaci che prendeva per la cura di una artrite reumatoide.
In realtà a fare crescere la pancia era un tumore di enormi dimensioni che dal fegato si espandeva fino alla vescica, inglobando in maniera irreparabile il rene destro e la parte destra del colon.
Si è trattato di un intervento eccezionale che è consistito nella asportazione in blocco: si tratta di un record per la chirurgia calabrese e, di certo, ci sono pochi precedenti di simile portata in Italia ed all’estero.
"Abbiamo voluto fare una visita con il primario della chirurgia generale dell’Annunziata di Cosenza, che conoscevamo per la sua fama, e dopo tale incontro, ci siamo affidati totalmente a lui ed alla sua equipe, e devo dire che la fiducia è stata ripagata" prosegue ancora il marito della degente.
"Il professore è stato onesto e ci ha detto subito che doveva valutare la fattibilità dell’intervento studiando il caso di mia moglie anche ad un tavolo anatomico tridimensionale disponibile all’Università della Calabria nel Dipartimento di Farmacia, Scienza della Salute e della Nutrizione. Dopo altri esami effettuati ci ha informati che l’aereo poteva decollare, ma che il viaggio poteva essere molto pericoloso perché, anche se l’intervento era tecnicamente fattibile, il rischio di mortalità era alto. Ci ha anche detto che per offrire il massimo delle possibilità avrebbe richiesto la partecipazione di più professionisti in sala operatoria e così è stato".
Al tavolo operatorio, oltre al professor Bruno Nardo e alla sua equipe, composta dai dottori Marco Doni e Daniele Paglione, anche il primario di urologia Michele Di Dio, poiché il tumore inglobava il rene destro che è stato asportato. Preziosa la collaborazione del personale infermieristico, in particolare della strumentista Francesca Esposito e del referente del blocco operatorio Giuseppe Marano.
A condurre e gestire la delicata fase dell’anestesia, per circa 8 ore di intervento, la dottoressa Brunelli. Anche se non ci sono stati problemi chirurgici ed anestesiologici, in considerazione dell’entità dell’intervento, la paziente ha trascorso la prima notte in Rianimazione, sotto stretto monitoraggio ed il mattino dopo è stata riportata nel reparto della Chirurgia Generale “Falcone” non avendo più necessità della terapia intensiva.
Da pochi giorni ha lasciato l’ospedale, sta bene e sta avendo un decorso regolare. "Siamo rimasti meravigliati dal decorso normale dopo un intervento così complesso" ed ancora continua il marito che ringrazia tutti per l'assistenza ricevuta.