Occupazione, Saccomanno (Lega): “Calabria sempre agli ultimi posti”

Calabria Politica
Giacomo Francesco Saccomanno

"Per occupazione, secondo gli ultimi dati riferentesi al 2021, la nostra regione si trova collocata negli ultimi posti, con un divario rilevante nei confronti degli altri territori. In sostanza tra le persone aventi età tra i 15 e 64 anni l’occupazione complessiva è di poco superiore al 40% rispetto alla media europea del 68%". Lo denuncia in una nota il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, che prosegue: "Un pesante divario esiste, poi, tra le regioni del Sud e quelle del Nord Italia che hanno e creano un distacco difficilmente recuperabile".

"Poi, nel settore femminile tale distanza aumenta sensibilmente. Infatti, nel mentre al sud il tasso di occupazione è del 32% circa, la media italiana è del 49,4%. In sostanza una Caporetto che non si riesce a migliorare e che continua a mietere vittime, specialmente nel settore dei laureati che per poter trovare adeguata sistemazione lavorativa devono scappare dalla Calabria" prosegue Saccomanno. "Una mancanza di adeguata politica sul lavoro che penalizza i calabresi e che impoverisce sempre più la nostra terra, con l’allontanamento delle migliori risorse".

"Non sembra che, allo stato, vi siano idee chiare su cosa si debba fare. Certamente, per come gridato da Luigi Sbarra nell’incontro di Roma, organizzato dalla Lega, è indispensabile formare adeguatamente i lavoratori ed investire sulla loro preparazione e sulla indispensabile sicurezza" afferma dunque l'esponente del carroccio. "Vi è una forte denuncia sulla mancanza di lavoratori stagionali (circa 350.000), così come mancano gli specializzati su diversi settori. Ci chiediamo perché non si sostengono quelle scuole di alta specializzazione come le Its che, essendo strutture di eccellenza e di alta valenza post diploma, potrebbero permettere di conseguire il titolo di tecnico superiore".

"Queste sono espressione, infatti, di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d'istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali" conclude. "La corretta formazione di tanti giovani potrebbe far diminuire il divario esistente e qualificare l’offerta creando una rete di efficienza e concretezza".