Colpo alla cosca Iamonte: sequestrati beni per oltre 4 milioni
Massiccia operazione della Guardia di Finanza di Bologna contro la potente e nota cosca di ‘ndrangheta degli Iamonte, che ha portato ad un sequestro complessivo da oltre 4 milioni di euro al termine di una articolata indagine che ha travalicato i confini nazionali.
Egemone nel territorio di Melito Porto Salvo, la cosca reggina si era stanziata a Desio, nel milanese, dove avrebbe messo in piedi una vera e propria locale. Da lì, si sarebbe articolata anche a Milano, a Trento, fino alla Svizzera, ma con collegamenti diretti anche in Romania e Bulgaria.
Importante il lavoro di ricostruzione svolto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo emiliano, assieme alla Direzione Distrettuale Antimafia locale guidata dal procuratore aggiunto Francesco Caleca e dal sostituto procuratore Flavio Lazzarini.
L'attività di indagine ha riguardato un periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, durante il quale si ritiene sarebbero emerse una serie di condotte volte al trasferimento fraudolento di valori.
L'attività nasce da una precedente indagine (QUI) svolta dal Gico di Bologna, dalla quale erano emersi ingenti investimenti all'estero svolti da persone ritenute intranee alla 'ndrangheta, agevolate dalla connivenza di numerosi colletti bianchi legati al mondo dell'imprenditoria e della finanza.
In particolare, gli inquirenti ritengono sia stata realizzata una vera e propria gestione occulta di imprese, resa possibile grazie allo schermo societario previsto dal diritto rumeno.
La gestione di due centrali idroelettriche - ubicate in Romania - garantiva redditi per 2 milioni all'anno, trasferiti poi ad una società con sede a Trento ma con conti bancari in Svizzera.
La stessa, inoltre, disponeva di diversi immobili di pregio in Bulgaria, e persino titoli di investimento americani. Un giro di denaro da 15 milioni, mascherato da finanziamenti fra società estere.
Soldi ritenuti proventi dall'attività criminale della 'ndrina, impegnata dunque in attività di riciclaggio, trasferimento fraudolento di denaro e persino di finanziamento al terrorismo, il tutto aggravato dal metodo mafioso.
Sequestrato preventivamente il capitale sociale di una società italiana ed il saldo di due conti correnti (uno rumeno ed uno svizzero), assieme alle quote societarie di due imprese rumene, tre conti correnti e due immobili bulgari. Il principale indagato, invece, è stato tratto in arresto e posto ai domiciliari.
L'operazione è stata svolta in contemporanea in diversi paesi dell'Unione Europea, grazie al coordinamento dell'Organismo di Cooperazione Giudiziaria Internazionale "Eurojust".