Morti sul lavoro: sul podio dell’insicurezza Calabria, Valle d’Aosta e Trentino

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Nei primi cinque mesi del 2022 i decessi sembrano in diminuzione (-16%) ma il decremento è dovuto alle numerose morti per covid dello scorso anno, quasi assenti quest’anno.

In realtà la stima degli infortuni mortali “non covid” vede un aumento del 166% e i numeri, comunque, dipingono sempre una tragedia: da gennaio a maggio sono 364 le vittime.

È quanto emerge dalla mappatura dell’emergenza dell’osservatorio Vega engineering che aiuta a capire dove, nei primi cinque mesi dell’anno, i lavoratori abbiano rischiato maggiormente la propria vita.

Dal monitoraggio è emerso che a crescere drammaticamente sono le denunce di infortunio: +48% rispetto al 2021. Sanità, attività manifatturiere e trasporti i settori più colpiti.

Secondo i dati registrati sul “podio” dell’insicurezza, in zona definita “rossa”, vi sono la Valle D’Aosta, il Trentino Alto Adige e la nostra Calabria. In zona arancione invece la Puglia, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche e Abruzzo.

Meno a rischio, ovvero, in zona gialla: Sicilia, Umbria, Lombardia, Lazio, Campania e Molise e, in zona bianca: Sardegna, Basilicata, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

La zonizzazione a colori – spiegano dalla Vega – “è la rappresentazione grafica elaborata dall’osservatorio sicurezza sul lavoro …, per fotografare, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti sul lavoro in Italia".