Tentato omicidio Signoretta, chiuse le indagini per i fiancheggiatori dei Campisi
Il 19 maggio del 2019, a Ionadi, nel vibonese, un commando aprì il fuoco con armi lunghe e corte contro l’abitazione di Dominic Signoretta (QUI), in quel momento affacciato sul balcone mentre era sottoposto agli arresti domiciliari.
Le indagini - dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e svolte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia, insieme ai colleghi della Squadra Mobile di Vibo Valentia - hanno consentito di individuare quattro persone sospettate di aver partecipato al gruppo di fuoco che tentò di ucciderlo.
Dalle investigazioni è emerso come questo fatto si sarebbe consumato per agevolare e rafforzare le famiglie di ‘ndrangheta dei Piscopisani e degli Emanuele, avverse alla cosca Mancuso di Limbadi, cui si ritiene Signoretta fosse contiguo.
È così che al termine degli accertamenti, nel novembre 2021, è stato emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti di uno dei presunti autori materiali del delitto, Antonio Campisi (30 anni), che però si era sottratto all’arresto rendendosi irreperibile fino al 17 dicembre successivo, quando fu catturato dagli inquirenti in un’abitazione di Ardore (QUI).
A seguito di altri approfondimenti investigativi si è poi scoperto che questi, per scansare l’arresto, sarebbe stato aiutato da due persone che oggi sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini preliminari per aver favorito, appunto, la sua latitanza.
Grazie alle attività tecniche di indagine in corso per le ricerche del 30enne, infatti, sono emersi altri elementi che hanno insospettito gli investigatori con riguardo all’aiuto prestato da alcuni parenti per favorire la latitanza dello zio dello stesso, Giuseppe “Pino” Campisi (62 anni), anch’egli ricercato dopo essersi sottratto all’arresto nell’ambito dell’operazione “Ossessione” (QUI).
Pertanto, il 4 marzo scorso, a Roma, venne catturato anche quest’ultimo (QUI), ed a seguito degli accertamenti effettuati successivamente è emersa la presunta responsabilità di altri due soggetti, sospettati appunto di averne favorito la latitanza, aiutandolo ad eludere le investigazioni.
Il culmine di questa complessa attività investigativa è giunto con la notifica degli avvisi di oggi, emessi dalla Dda a carico degli indagati sia per la commissione materiale del tentato omicidio di Signoretta, aggravato “dall’aver realizzato lo stesso al fine di agevolare e rafforzare cosche di ‘ndrangheta” – scrivino gli inquirenti - che per coloro che sono ritenuti i fiancheggiatori della latitanza dei due Campisi.