Tentato omicidio del presunto armiere dei Mancuso, in due finiscono in carcere
Il Gip del tribunale di Catanzaro ha disposto il carcere per Antonio Campisi (30 anni), ed insieme a lui anche per Rocco Molè (di 26): entrambi sono accusati del tentato omicidio, agravato dalla modalità mafiosa, di Domenic Signoretta, avvenuto in provincia di Vibo Valentia, nel maggio del 2019 (QUI), mentre lo stesso si trovava all’esterno dell’abitazione in cui era sottoposto agli arresti domiciliari.
Il procedimento sul tentativo di assassinare Signoretta, che si ipotizza maturato nel contesto degli equilibri tra cosche di ‘ndrangheta, è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
La misura cautelare giunge dopo che il 17 dicembre scorso, alle prime ore del mattino, la Squadra Mobile della Questura napitina aveva eseguito già il fermo di indiziato di delitto, emesso Dda di Catanzaro, nei confronti di Campisi, che fu rintracciato ed arrestato ad Ardore Marina (QUI).
L’operazione fu condotta, allora, dagli agenti della mobile insieme ai colleghi dello Sco, il Servizio Centrale Operativo della Polizia, e agli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, con il supporto dello Scico, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata delle fiamme gialle.
Secondo gli investigatori la vittima sarebbe l’armiere del boss Pantaleone Mancuso, meglio noto come “L’ingegnere”.
L’ipotesi degli inquirenti è che Campisi abbia tentato di uccidere Signoretta per vendicare l’omicidio del padre. Il collaboratore di giustizia Arcangelo Furfaro lo ha infatti indicato come uno degli esecutori materiali dell’omicidio del broker della droga Domenico Campisi, ammazzato il 17 giugno del 2011 (QUI).