Cresce il Pil in Italia, addirittura più che in Germania

Calabria Tempo Libero

Nel nostro Paese il Pil ha ripreso a crescere in misura consistente, e secondo il ministero dell’Economia si può affermare che sia concluso il processo di recupero della crisi che era stata provocata dalla pandemia da coronavirus. Il prodotto interno lordo italiano, infatti, nel secondo trimestre è stato molto più alto rispetto al livello medio del 2019. Lo testimoniano i dati Istat, e tra i primi a darne notizia il quotidiano online economico blowingpost.it ha messo in evidenza i numeri: una crescita pari all’1% in termini congiunturali. Non solo: la crescita annuale acquisita è del 3.4%, mentre nel Def la previsione era del 3.1%. Ecco perché l’Italia ha addirittura superato la Germania per ciò che concerne l’input della ripresa, se è vero che nel secondo trimestre la variazione del Pil tedesco è stata nulla rispetto ai primi tre mesi del 2022.

Una fase espansiva

In virtù della crescita stimata nel secondo trimestre del Pil, per il 2022 la variazione acquisita del prodotto interno lordo, che corrisponde alla variazione annuale che si potrebbe ottenere a fronte di una variazione congiunturale pari a zero negli altri due trimestri dell’anno, sarebbe del 3.4%. Di conseguenza, la previsione per il 2022 cresce in confronto a un rialzo del 2.6% che era stato stimato a maggio tenendo conto del trend del primo trimestre che era stato dello 0.1%. I provvedimenti che sono stati messi in campo dal governo, secondo quanto è stato reso noto dal ministero, hanno consentito di alleviare gli effetti dell’aumento dei costi dell’energia che hanno influito sia sulla competitività delle imprese che su tutte le famiglie.

Perché il Pil è cresciuto

Le ragioni della crescita del Pil, pertanto, devono essere individuate negli interventi di politica industriale che sono stati varati, a cominciare da quelli a supporto del settore automotive. Al tempo stesso è cresciuto in misura consistente il dialogo con le imprese al fine di dar valore agli strumenti destinati a incentivare l’innovazione e gli investimenti. Il clima di investimento nel nostro Paese, dunque, rimane positivo, anche se a fronte di un contesto che continua a essere caratterizzato dai fatti tragici accaduti in Ucraina. Non tutto va per il verso giusto, però, per l’Unione Nazionale Consumatori, secondo cui la riduzione dell’inflazione annua non è altro che un’illusione che prima o poi scomparirà, considerando che nel mese di luglio del 2021 è iniziata la crescita dei prezzi, con un aumento di 0.6 punti percentuali fra il + 1.3% tendenziale e il + 1.9%.

Le preoccupazioni dei consumatori

Un’altra preoccupazione che non fa dormire sonni tranquilli ai consumatori è quella relativa ai carburanti; i loro prezzi si sono parzialmente ridotti, ma solo a causa del temporaneo incremento della produzione da parte dei Paesi Opec, che però si dovrebbe concludere a settembre. D’altro canto non si può non prendere in considerazione il rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari, che è destinato a incidere sulle abitudini di spesa di tutte le famiglie, a cominciare da quelle più in difficoltà.

L’appello al governo

L’Unione Nazionale Consumatori, pertanto, ha lanciato un appello al governo, per quanto esso ora sia in carica unicamente per il disbrigo degli affari correnti, invitandolo a un intervento o comunque a un atto urgente motivato dal fatto che quella che stiamo vivendo è una emergenza nazionale. Per l’associazione, il dl Aiuti bis che ha previsto lo stanziamento di 14 miliardi e 300 milioni di euro dovrebbe puntare a rallentare la crescita dell’inflazione; in caso contrario ogni altro provvedimento si potrebbe rivelare inutile a fronte del calo del potere di acquisto delle famiglie e del rialzo dei prezzi.