Minori reclusi: task force di esperti al X seminario di “LeAli al futuro”

Catanzaro Attualità

Non solo repressione, ma una vasta campagna preventiva portata avanti nelle scuole. E’ l’opera, per molti versi sconosciuti, dell’Ufficio minori della Questura di Catanzaro, comunicata dal funzionario di Polizia Lina Pingitore, responsabile del servizio. Intervenendo al X seminario del progetto “LeAli al futuro”, la Pingitore ha riferito che l’Ufficio ha visto la luce nel 1996 e fa parte dell’anticrimine con funzioni prevalenti di prevenzione e monitoraggio. “Poiché la dispersione scolastica è strettamente legata alla cooptazione criminale – ha aggiunto la funzionaria – è necessario irrorare una sanzione, come le denunce a 45 famiglie rom residenti a Catanzaro e le ben 76 a nuclei ricadenti nel territorio lametino. Tuttavia finché ci saranno accampamenti o baraccopoli non si potrà pensare ad una vita normale per questi minori”. Nell’Ufficio minori della questura ruotano anche professionisti del sociale, mediante i quali la polizia porta avanti nelle scuole un “appello delle emozioni”, con iniziative finalizzate a creare aperture tra i ragazzi che lasciano messaggi, anche anonimi, scaricando i propri eventuali drammi e consentendo di portare allo scoperto casi di pedofilia, abusi, maltrattamenti in famiglia. Un ufficio al passo con i tempi, capace di far mediazione familiare e di dialogare con i ragazzi attraverso blog e forum.

Ma nell’auditorium di Via Paglia ha fatto la parte del leone anche il volontariato che – secondo Caterina Salerno, presidente del C.S.V., “deve diventare la terza gamba tra giustizia minorile e mondo della scuola”. Le ha fatto eco Stefano Morena, direttore dello stesso Centro Servizi, che ha lanciato il progetto di “effettuare stage di volontariato ed ha stigmatizzato la difficoltà di far dialogare i soggetti coinvolti.”  Sul campo dell’esperienza pratica un contributo concreto è giunto da Carlo Crucitti – Presidente Usabile  – associazione capofila del progetto “A più voci: per una rete per la prevenzione”.  Secondo Crucitti “molti disagi sono determinati dalle insicurezze di questi ragazzi, propensi alle devianze. Ecco perché diamo loro occasioni d’interesse, come le nuove tecnologie, laboratori di informatica di base e addirittura di robotica: competenze di tipo pratico da sfruttare sul mercato del lavoro.  E soprattutto – ha aggiunto Crucitti – iniziative che stimolano a lavorare in gruppo, preludio magari per una possibile cooperativa”. Una utile bacheca elettronica è quella offerta dal completo portale www.csvcz.it.

Al dibattito, moderato  dal funzionario Massimo Martelli, ha preso parte anche il direttore del centro di giustizia minorile di Calabria e Basilicata, Angelo Meli per il quale “i recenti episodi di sbarchi in massa stanno producendo una certa pericolosa assuefazione nei confronti dei minori coinvolti”. Molto accorato il contributo  di Antonio Blandino, responsabile dell’ufficio scolastico provinciale il quale la lamentato “la difficoltà di trovare categorie oggettive su cui fondare una società migliore, in un quadro desolante in cui la famiglia è spesso controparte anziché collaborante. Ma anche la scuola deve interrogarsi sulle sue responsabilità – ha aggiunto con senso autocritico – poiché a scuola occorre educare prima di trasmettere nozioni. Alla società – ha concluso efficacemente – non serve una mente geniale se poi questa viene messa a servizio del male”.

Il seminario, che ha registrato il consueto intervento di qualche corsista, è stato concluso da Vitaliano Rotundo, dirigente dell’Istituto comprensivo “V.Vivaldi” di Catanzaro Lido, unica scuola calabrese tra le nove in Italia, ammessa al progetto interministeriale “LeAli al Futuro”, promosso dal Miur e dal Ministero di Giustizia.