Sanità: incontro Regione-S. Anna Hospital
Il direttore generale e l'amministratore delegato del S.Anna Hospital hanno incontrato il sub commissario ad acta per il piano di rientro, generale Luciano Pezzi, il dirigente del Dipartimento regionale Salute, Gianluigi Scaffidi e il commissario straordinario dell'ASP di Catanzaro Gerardo Mancuso. Oggetto dell'incontro e' stato il rapporto contrattuale che lega in regime di convenzionamento il Centro di Alta Specialità del Cuore e la Regione. Al termine dell'incontro, il Direttore generale del S.Anna, Giuseppe Failla, ha espresso soddisfazione: "Riteniamo - ha detto - per molti versi positivo l'esito dell'incontro. Prendiamo atto con soddisfazione, infatti, dell'attenzione concreta che la Regione sta dimostrando verso la nostra proposta, risalente peraltro allo scorso novembre, di un accordo triennale che possa dare certezza a tutti: alla stessa Regione che fissa un tetto di spesa direttamente correlato alla durata triennale del suo Piano di Rientro, al S.Anna e a chi quotidianamente vi lavora con dedizione e professionalità ma soprattutto ai pazienti calabresi, ai quali da oltre dieci anni cerchiamo di dare le migliori risposte possibili, nel delicato ambito dell'Alta Specialità del Cuore. Nel corso dell'incontro, inoltre, i rappresentanti della Regione ci hanno informati del sostanziale assenso, da parte Ministeri competenti, riguardo alla praticabilità della nostra proposta di contratto triennale, previa la opportuna rimodulazione del quadro normativo di riferimento, finalizzata a un coinvolgimento maggiore e diretto del Dipartimento della Salute. Si tratta di una novità importante, della quale prendiamo atto con soddisfazione, mentre ringraziamo al contempo il commissario dell'ASP dottor Mancuso che, nelle more, ha comunque garantito - ha proseguito - ogni suo impegno volto a mitigare l'attuale grave tensione finanziaria esistente. Si tratta di un evidente e significativo cambio di rotta che, coerentemente con gli obiettivi indicati nel Piano di riordino della Rete Ospedaliera, potrà consentire di recuperare la residua migrazione sanitaria; un fenomeno quest'ultimo che non dovrebbe avere ragione d'essere, alla luce della riconosciuta qualità delle prestazioni di cardiochirurgia rese in regione ma soprattutto comporta un vantaggio per le altre Regioni, cui le stesse prestazioni vengono ordinariamente riconosciute con un aggravio di costo di quasi il 10%. Restiamo dunque in attesa - ha aggiunto - che tutto questo lavoro in itinere si traduca formalmente in atti, suscettibili di produrre efficacemente risultati per il futuro".