“Amara verità”, nel libro di Guccione i responsabili dello sfascio della sanità calabrese
In un libro ricco di documenti, dati e numeri incontrovertibili, l’esponente del Pd Carlo Guccione punta il dito contro lo sfascio della sanità calabrese e quelli che peri sono responsabili di una gravissima situazione che chiama pesantemente in causa anche lo Stato
“Amara verità”. Un contributo completo e dettagliato sulla “madre di tutte le battaglie” che da decenni condiziona la vita economica, sociale, civile e democratica della regione. arenderlo noto la casa editrice Pellegrini.
Di una cosa l’Editore “Luigi Pellegrini” è convinto: “L’amara verità”, impietosa denuncia del dirigente pidiessino ed ex consigliere regionale Carlo Guccione sui mali della sanità calabrese, il pozzo di San Patrizio, coacervo di interessi e misfatti di ogni genere che nessuno riesce a scandagliare fino in fondo, farà certamente discutere.
Non è la prima volta, in verità, che l’autore mette il naso in questo settore, ma il livello e la puntualità dell’analisi risultano adesso decisamente più elevati.
Le domande e i temi che Guccione pone a fondamento del suo lavoro sono cruciali. Dalle ragioni che impediscono ancora oggi di quantificare il debito della sanità calabrese, alle ingenti risorse dilapidate a quelle, altrettanto rilevanti, perdute per incuria o incapacità politiche e amministrative, alle altre ancora disponibili, fino allo scandalo delle fatture pagate più volte. Un aspetto inquietante, quest’ultimo, la cui fondatezza è stata confermata recentemente anche dal Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto.
Da tutto questo, secondo Guccione, da una situazione gravissima che non ha eguali nel Paese, bisogna partire per individuare i responsabili dello sfascio in cui versa la sanità regionale, puntando a risolvere i problemi che quotidianamente gravano su migliaia di cittadini, costretti spesso a recarsi altrove per essere curati.
Anche lo Stato, a parere di Guccione, ha responsabilità pesanti, visto che sotto la gestione commissariale, durata dodici anni, la situazione è notevolmente peggiorata. Deficienze e ritardi, durante la presenza in Calabria dei proconsoli inviati da Roma, sono paurosamente aumentati. Limiti e distorsioni di ogni tipo non hanno scalzato la regione dagli ultimi posti delle graduatorie nazionali per qualità, efficacia, capacità organizzativa nel settore sanitario.
La situazione, avverte Guccione, continua ad essere molto grave. Tra interessi illeciti, incredibili vicende burocratiche, pronto soccorso ingolfati, assurde attese per cure, esami diagnostici e visite specialistiche, medici e infermieri in numero ridotto, costretti spesso a lavorare in condizioni proibitive. E tanti cittadini, increduli e disorientati, ai quali viene negato spesso il diritto di essere curati come in un Paese degno di questo nome dovrebbe essere garantito.
Forse, oggi, grazie a questo libro, esiste uno strumento in più per fare chiarezza e avviare un risanamento serio di questo settore. Il che non è davvero poca cosa.