Stipendi “gonfiati” al Corap, tutti assolti: “il fatto non sussiste”
Si è conclusa oggi la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolti i dirigenti del Corap Pasquale Filella, Francesco Rechihi e Filippo Valotta insieme all'allora Commissario Rosaria Guzzo.
Il Gup del Tribunale di Catanzaro, Luca Bonifacio, ha difatti accolto la richiesta di assoluzione pervenuta da tutte le parti e finanche dalla stessa Procura.
Il Pm, in udienza, ha immediatamente evidenziato l'infondatezza della notizia di reato e la legittimità delle somme stipendiali erogate dall’Ente.
Già il Tribunale del Riesame aveva emesso decisioni favorevoli in favore dei tre dirigenti (QUI) mentre con oggi si chiude definitivamente una vicenda giudiziaria senza necessità di ricorrere ad alcun processo, perché il fatto non sussiste.
Soddisfatti i difensori del dirigente Filella, gli avvocati Emma Eboli e Cesare Badolato, che hanno visto accolte le loro tesi difensive evidenziando le insussistenza delle accuse dei denuncianti e hanno avuto modo di vedere riconosciuta la piena innocenza del loro assistito.
Ai dirigenti del Consorzio regionale delle attività produttive si contestava il peculato: l’ipotesi dell’accusa era che tra il 2018 e il 2019 avessero percepito indebitamente delle maggiori retribuzioni.
Per questo motivo la Guardia di Finanza di Catanzaro, nel febbraio del 2021 gli aveva sequestrato beni per più di 168 mila euro (QUI). L’indagine era partita dopo una denuncia sporta dal Revisore Unico del Consorzio e con la quale erano state segnalate delle presunte irregolarità nella retribuzione erogata dall’Ente in favore dei dirigenti, sin dal momento del loro transito dagli ex Consorzi Provinciali ASI (Area di Sviluppo Industriale) al neo istituito Corap.