Tdr annulla sequestro Stanleybet: “Manca fumus reato, norme italiane discriminatorie”
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato il sequestro delle insegne e dei marchi Stanleybet in tutta Italia. Con un’ordinanza depositata poche ore fa, i giudici hanno stabilito che “è carente il fumus del reato contestato, con conseguente annullamento del provvedimento e restituzione dei beni”.
È la situazione in cui si trova da anni Stanleybet. Il legale della società, Daniela Agnello, ha però ricordato ai giudici del riesame la difficile storia dei rapporti tra le autorità italiane e il bookmaker, sfociata in centinaia di decisioni giurisprudenziali in Italia e in Europa.
Il Tdr ha quindi accolto il ricorso della difesa, ricordando che “Dalle tre gare pubbliche per le concessioni - indette dallo Stato nel 1999, 2006 e 2012 - sono emersi profili discriminatori dell’operatore, come stabilito da quattro sentenze della Corte di Giustizia UE”.
Secondo i giudici di Catanzaro, anche alla luce delle numerose decisioni della Corte di Cassazione, l’assenza della concessione e dell’autorizzazione - contestata dai magistrati nel provvedimento di sequestro - è diretta conseguenza proprio della “portata limitativa” delle disposizioni nazionali che disciplinano la materia e, in particolare, “l’accesso all’erogazione di servizi transfrontalieri di trasmissioni dati inerenti dichiarazioni negoziali di giocate”.
La Corte Europea ha infatti riconosciuto “contraria” all’ordinamento comunitario “la normativa italiana che ha impedito a Stanleybet di venire in possesso dei titoli concessori richiesti dalla legge intera per l’esercizio delle attività per cui è a processo”.
Per questi motivi, il Tribunale ha annullato il sequestro di marchi e insegne. A questo punto, la Procura potrebbe chiedere l’archiviazione del caso o proporre ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame.
Secondo l’avvocato Agnello “è stata sancita la prevalenza del diritto eurounitario, fissati i molteplici profili discriminatori delle gare italiane, imposta la giurisprudenza della Corte di Giustizia e ricordate le sentenze nazionali di merito e di legittimità che disapplicano la sanzione penale per i titolari dei centri Stanleybet. La Procura e il Gip di Catanzaro avevano posto a fondamento della misura il meccanismo di regolarizzazione fiscale che, secondo i magistrati, sarebbe stato un’occasione volutamente trascurata dalla Stanleybet”.