Maltempo. Torna il sole ma restano i danni: si fa la conta. Al via le richieste di calamità
Dopo che nella giornata di ieri l’allerta sulla regione è stata declassata a “verde”, grazie al fatto che il sole è tornato a spendere e le temperature si sono avviate alla risalita, si fa ora la conta precisa dei danni dell’ondata di maltempo che si è abbattuta sabato soprattutto sulla fascia ionica, in particolare tra le province di Catanzaro (QUI) e Crotone.
Danni che, da una prima ricognizione, appaiono decisamente ingenti. Si lavora però ed anche alle attività finalizzate alla richiesta dello stato di calamità naturale: attività di verifica che si estendono su gran parte della Calabria, sia sulla costa che nell’entroterra, in cui sono stati registrati allagamenti così come frane e smottamenti.
Le ferite tra le più “dolorose” nell’area marina di Catanzaro dove il sindaco Nicola Fiorita ha già fatto sapere di aver chiesto il riconoscimento dello stato di calamità.
“Già alle prime luci dell'alba accertato che per fortuna il nubifragio non ha fatto registrare vittime, feriti o dispersi, abbiamo avviato i contatti con gli operatori commerciali ed economici della città al fine di ottimizzare e velocizzare le procedure per il risarcimento dei danni da calamità naturale”, ha commentato lo stesso primo cittadino.
Intano, oggi, lunedì 5 dicembre, sempre proprio nel quartiere marinaro del capoluogo è stata chiusa la scuola primaria Vivaldi per verificare le condizioni dello stabile e ripristinarne le condizioni di sicurezza.
In alcune aule, infatti, c’è stata l’invasione dell’acqua, con allagamenti, e si sono staccati l’intonaco delle pareti ed alcuni pannelli. Sempre nel catanzarese, ieri sera si è provveduto a ripristinare le condotte idriche e fognarie della zona sud del capoluogo, danneggiate sempre dal maltempo di questa notte. Si tratta in particolare delle condotte di distribuzione dei serbatoi che aveva provocato la carenza d’acqua nella zona sud.
Anche il crotonese è stato fortemente flagellato dal maltempo, con trombe d’aria che si sono abbattute tra località Capocolonna (QUI) e la popolosa cittadina di Isola Capo Rizzuto (QUI), con i vortici d’aria che hanno abbattuto alberi, lampioni, e danneggiato aziende agricole, strutture turistiche e edifici privati. Anche qui gli amministratori hanno anticipato di voler chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale.
Particolarmente delicata la situazione verificatasi a Steccato di Cutro ed in località Votapozzo dove l’esondazione del fiume Tacina che ha provocato l’acqua alta, si è reso necessario utilizzare i gommoni per raggiungere e soccorrere alcune famiglie rimaste intrappolate nelle loro case.
Ma anche l’entroterra pitagorico non ne è uscito indenne, soprattutto a Roccabernarda dove proprio un affluente del Tacina ha danneggiato gli argini allagando le zone limitrofe (QUI).
Alla fine della giornata, solo nel catanzarese sono stati così oltre 160 gli interventi che hanno impegnato i vigili del fuoco, prevalentemente a Catanzaro lido, Roccelletta di Borgia e Simeri Crichi.
Nel crotonese, invece, quasi un centinaio i soccorsi portati a termine dai pompieri, per lo più tra la fascia costiera di Isola Capo Rizzuto, tra località Marinella e Capocolonna.