Violento con la compagna e i figli accusa il suocero che viene assolto
Una vicenda paradossale di violenza domestica, reiterata negli anni, che vede coinvolti una giovane rossanese, di 24 anni, madre di tre bambine, suo padre e l’ex compagno: una storia che si è risolta al termine di un articolato processo celebrato nelle aule giudiziarie ma che, alla fine, ha ristabilito la verità.
I fatti raccontano che la donna, dopo anni di soprusi, maltrattamenti, violenza fisica e verbale, emotiva ed economica, decide di denunciare il compagno, G.M., anche lui di 24 anni.
Ne segue un processo al Tribunale di Castrovillari, nel cosentino, che in seguito a una complessa istruttoria aveva comprovato la storia di abusi subiti dalla vittima, sia durante la convivenza che dopo la separazione dall’uomo: botte, minacce, persecuzioni, stalking, denunce, allontanamenti.
Da ex il compagno, però, tornava sempre a vessarla, con discussioni continue, da padre-padrone poi, ritenendo i figli di sua proprietà e pretendendo da questi obbedienza cieca ed assoluta, inducendoli a subire un tipo di violenza definita “assistita”, che comprende, cioè, qualsiasi atto di abuso - fisico, psicologico, emotivo, sessuale o economico - a cui avrebbero anche assistito, direttamente come testimoni o indirettamente, altri adulti o minori che siano significative per la vittima.
Un tipo di violenza spesso sottovalutato sebbene l’esposizione a episodi di abuso danneggi seriamente il benessere psico-fisico e le abilità d’interazione sociale di un minorenne.
I figli, insomma, sarebbero stati costretti a subire, giorno dopo giorno, una infinita serie di discussioni, nate per futili motivi e che terminavano in una escalation di violenza, urla, offese, minacce, botte.
Ogni volta che la donna presentava al giudice una richiesta di allontanamento o lasciava la casa, il compagno avrebbe continuato ad importunarla e a minacciarla al telefono e tramite messaggi, anche di morte, tanto da venire raggiunto da un provvedimento di allontanamento emesso dal Gip di Castrovillari al quale faceva seguito una condanna da del Tribunale a due anni ed otto mesi di reclusione.
Qui la vicenda da drammatica si sarebbe trasformata in beffa. Il padre della giovane, C.G., di 65 anni, viene convocato dinanzi al Tribunale dove esterrefatto scopre che l’ex compagno della figlia lo ha denunciato per violenza, accusandolo di averlo aggredito e avergli impedito di vedere le figlie.
Un ribaltamento della situazione in cui la vittima pare diventare carnefice. Ne segue un nuovo processo, con un ulteriore lavoro di verifica dei fatti e di attività investigativa, da cui sarebbe poi emersa la verità.
Il 62enne viene infatti prosciolto da ogni accusa e assolto dal Tribunale di Castrovillari per non aver commesso il fatto, in accoglimento delle richieste formulate dai suoi legali Ettore Zagarese, Nicoletta Bauleo ed Umberto Tarantino.
“Ribaltare una accusa tanto ingiusta quanto assurda, nata dal dolore e dalla immane sofferenza di una giovane donna e dei suoi figli mi riempie di orgoglio - ha affermato proprio l’avvocato Zagarese al termine del processo - non solo per il mio lavoro e per quello dell'avvocato Tarantino, ma per la parte consistente della difesa sostenuta dall'avvocato Nicoletta Bauleo (coordinatrice nello studio del settore Civile e dei Reati di Genere) e di tutto uno staff di attente e preparate professioniste: Maria Teresa Fontana, Maria Rita Pacenza, Sabina Madeo, Antonia Levato e Stefania Sommario, che si occupano di violenza sulle donne, sostenendo con tenacia le ragioni delle vittime, aiutandole non solo processualmente ma anche accompagnandole in un processo di ritorno alla vita libera da costrizioni e vessazioni”.