‘Ndrangheta in Emilia, confisca definitiva per i beni di una famiglia cutrese
Arriva la confisca definitiva per i beni di dieci persone, quattro delle quali attualmente in carcere perché già giudicate per essere appartenenti ad una famiglia di ‘ndrangheta di origine cutrese, essendo ritenute legate al clan di Nicolino Grande Aracri.
Sono stati gli uomini della Dia e dei Carabinieri ad apporre così i sigilli ad un patrimonio (composto anche da denaro e società) del valore di circa 13milioni di euro e distribuito tra le città di Crotone e Cutro, in Calabria, ma anche di Reggio Emilia, Modena, Parma e Perugia, oltre che a conti bancari in Lituania e Romania.
Il procedimento che ha portato alla misura odierna era stato avviato con la richiesta del Direttore della Dia all’esito di una analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese nei settori imprenditoriali dell’Emilia Romagna.
I beni interessati erano stati raggiunti nel 2014 da un sequestro in via d’urgenza deciso dal Tribunale di Reggio Emilia e sottoposti alla gestione di un Amministratore Giudiziario.
Sequestro che era stato richiesto dagli investigatori della Dia di Firenze che avevano rilevato, da parte di un familiare di uno degli “attenzionati”, dei presunti tentativi di distrarre ingenti somme di denaro chiedendo la monetizzazione di titoli del valore di centinaia di migliaia di euro.
Nel 2018, poi, indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena nell’ambito dell’operazione “Aemilia” (QUI) e i successivi procedimenti collegati, avevano consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna di richiedere ed ottenere un’estensione della misura del sequestro in atto.
Nel 2020 è arrivata così la confisca dei patrimoni ed ora, a seguito del giudizio definitivo della Corte di Cassazione, supportato anche dagli esiti della maxi inchiesta Aemilia, la confisca è divenuta irrevocabile a carico dei destinatari originarira.
Pertanto, da oggi passano all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (l’Anbcs) ventitré immobili, di cui quattro a Reggio Emilia, sei a Bibbiano, tre a Vezzano sul Crostolo, nove a Montecchio Emilia e uno a Cutro; quattro terreni per un totale di quasi cinque ettari, dei quali uno a Perugia, uno a Reggio Emilia e due a Crotone: oltre a tredici mezzi tra auto, scooter e autocarri.
Sono state confiscate anche otto società con sedi in Italia e all’estero, in particolare tre a Parma, una a Reggio Emilia, una a Modena e tre in Romania, operanti, a vario titolo, nel settore delle costruzioni; una ditta individuale di Montecchio Emilia; e quarantacinque rapporti finanziari tra conti correnti, libretti, polizze, cassette di sicurezza, carte di debito e credito tra Italia, Lituania e Romania, dei quali dieci intestati a società e trentanove conti intestati a persone fisiche facenti capo, per la maggior parte, ai dieci destinatari della misura. Gli altri beni già sequestrati sono stati venduti ed il ricavato patrimonializzato a favore dello Stato.